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giovedì 4 aprile 2013

PROVINCE, ABOLIRLE NON SOLO PER I RISPARMI


Non sono state in grado di assicurare lo sviluppo del territorio che amministrano. In molti casi ne hanno decretato il declino e lo spopolamento
     Molti evidenziano che le economie ottenibili dalla soppressione delle province saranno meno di quelle ipotizzate perché altri enti dovranno accollarsene le incombenze. Non di meno si stima un risparmio di due miliardi di euro. Cifra tutt’altro che da disdegnare, anche se ottenibile senza stravolgere l’organizzazione degli enti locali.
     In verità il ruolo delle province non è messo in discussione esclusivamente per il dato di spesa a essa attribuibile, ma per l’inidoneità a svolgere un ruolo amministrativo di sviluppo del territorio. Non avendo soppresso le province quando furono istituite le regioni, ci troviamo ora con 5 livelli istituzionali che salgono a 6 con le comunità montane. Troppi.
     Essendo evidente che le città maggiori (capoluoghi) hanno in sé le risorse sufficienti per gestirsi, la provincia avrebbe dovuto essere l’istituzione di supporto al territorio. Al contrario la provincia, incentrata sul capoluogo, ha favorito quasi esclusivamente lo sviluppo di quest’ultimo. Chi ne dubitasse guardi gli andamenti demografici, sociali ed economici dei capoluoghi e dei rispettivi territori, degli ultimi decenni.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo le province sono l'ossatura amminsitartiva dell'Italia