Quanto pesa la dichiarazione dei redditi del contribuente italiano?
Davvero non ci sono alternative alla farraginosa procedura italiana?
Gli esempi di Francia e Canada confermano che semplificare, di molto, si può.
Politici e amministratori, molti dei quali con lauree e master conseguiti
all’estero, davvero non conoscono i sistemi fiscali in essere negli altri
paesi? Se li conoscono perché infliggono ai contribuenti italiani un supplizio
… UNICO?
Non voglio trattare in questa
sede l’incidenza diretta delle imposte e, quindi, il peso economico che queste hanno
sulle famiglie e sulle imprese italiane. Mi voglio limitare ai danni
collaterali derivanti dalla complessità e onerosità della compilazione e
presentazione della dichiarazione e delle modalità di versamento delle imposte.
Il modello UNICO Persone fisiche 2013, al pari di quelli precedenti, è talmente
ostico e ostile da sembrare una dichiarazione di guerra al
cittadino-contribuente.
Il fascicolo 1 di UNICO - utilizzabile da
chi ha solo redditi di terreni, dei fabbricati, di lavoro dipendente e
assimilati - prospetti da compilare più istruzioni, pesa quasi mezzo
chilogrammo (410 grammi per l’esattezza). Consta di 112 pagine di istruzioni in
formato A4 e di 8 + 8 prospetti da compilare, sempre in formato A4. In
alternativa, al modello standard alcuni contribuenti, possono compilare UNICO MINI.
Solo 24 pagine di istruzioni e 4+4 prospetti da compilare.
Molti contribuenti avranno anche altri
redditi, di partecipazione, soggetti a tassazione separata, plusvalenze
finanziarie, ecc. per cui dovranno utilizzare anche il fascicolo 2. Vale a dire
altre 48 pagine di istruzioni e 8+8 prospetti da compilare. Peso, circa 160
grammi. Lavoratori autonomi, professionisti e imprenditori dovranno utilizzare
anche il fascicolo 3. Il quale si compone di 86 pagine di istruzioni e 16+16
prospetti da compilare. Infine, alcuni di questi ultimi dovranno compilare il
prospetto “Indicatori di normalità economica”, una mezza paginetta (Deo
gratias) per la quale basterà leggere 7 pagine di istruzioni.
Complessivamente UNICO PF 21013, con i
suoi 3 fascicoli, pesa quasi un chilogrammo (e speriamo che sia carta
riciclata). In tutto ci sono 253 pagine di istruzioni formato A4 e, un
contribuente che avesse tutte le tipologie di reddito, arriverebbe a compilare
29+29 prospetti analitici, zeppi di dati. Per pagare le imposte dovute, poi,
dovrà compilare in 3 copie il modello F24, corredato di due pagine di
istruzioni nelle quali, però, non figurano i codici tributo (Irpef a saldo e in
acconto, addizionale regionale e comunale, ecc.) che andranno ricercati
altrove. E finalmente potrà recarsi in banca o in posta a fare il proprio
dovere di cittadino-contribuente.
Quanto ai contenuti da riportare nei
prospetti di UNICO facciamo solo l’esempio del rigo RN10 Detrazione per redditi
di lavoro dipendente. Per un lavoratore che abbia in busta paga 1.000 euro
netti al mese e quindi un reddito lordo annuale di circa 27.000 € (a questo porta il cuneo fiscale)
bisogna operare il calcolo seguente (pag.72 fascicolo 1 di UNICO).
1)
Quoziente
= (55.000-Reddito per detrazioni)/40.000
Se il Quoziente è superiore a
zero e minore di uno devono essere utilizzate le prime quattro cifre decimali.
2)
Detrazione
spettante = [ 1.338 x Quoziente x (N.giorni lav.dip/365) ]
3)
Se
il reddito per detrazioni è superiore a euro 23.000 e non è superiore a euro
28.000 la detrazione come sopra determinata deve essere aumentata di un
determinato importo, come descritto nella tabella che segue: (omissis).
L’altro giorno, immerso in questi
calcoli, mi è tornata alla mente la visita che feci, qualche anno fa, ad uno
zio stabilitosi in Francia. In particolare a quando il discorso cadde sulle
imposte. Lo zio disse che proprio nei giorni precedenti gli era stata
recapitata (N.B.) a mezzo posta la “Proposta di dichiarazione dei redditi”,
compilata dai competenti uffici. Da un cassetto, infatti, trasse un foglio (1)
formato A4 in cui erano riportati tutti i redditi suoi e della moglie. Nella
fattispecie due pensioni, due case e un terreno (NB). In fondo alla seconda
facciata era riportata l’imposta netta. Che lo zio aveva già pagato, perché non
aveva elementi da far rettificare. Solo in quel caso egli si sarebbe recato
all’ufficio fiscale, o avrebbe mandato per posta o in via telematica, una
domanda di rettifica che sarebbe stata immediatamente accolta, nel caso
sussistessero gli elementi necessari.
Un conoscente che ha soggiornato e
lavorato in Canada mi assicura che in quel paese vige un sistema simile a
quello francese e chissà in quanti altri, le cose stanno più o meno così.
Difficile credere, invece, che ci siano al mondo sistemi fiscali più
farraginosi del nostro. Non ci sono altre possibilità:
-o
i nostri politici e amministratori non lo sanno;
-o
lo sanno e, nonostante ciò, non provvedono alle necessarie riforme.
E davvero non si sa quale, delle
due, sia l’ipotesi peggiore.