Si atterrano con l’abolizione
delle province e un sistema amministrativo basato sull'aggregazione paritaria dei comuni. Come negli stati federali europei.
Se si osservano gli andamenti demografici di città e borghi
d’Italia, si nota il maggior incremento dei capoluoghi, di regione e di
provincia, un minore incremento della città non capoluogo, una stagnazione e
spesso un decremento di cittadine e borghi. La gente si è progressivamente
spostata nei capoluoghi dove, in ragione dell’articolazione amministrativa,
sono state concentrate le risorse. Siamo passati dal policentrismo che ha fatto
grande e bella l’Italia al “pluricentralismo” (statale, regionale, provinciale).
La stessa cosa non è
avvenuta in molti degli Stati che ci attorniano, per esempio in Svizzera,
Germania e Austria. Non è certo un caso che in queste nazioni non esista un
ente intermedio simile alle nostre province incentrate sulla città capoluogo, a
partire dalla denominazione. Città e territorio hanno problematiche ed esigenze
affatto simili che vanno trattate in modo e con mentalità diverse.
Per questo, nelle
nazioni citate, l’istituzione intermedia, tra comune e regione (land, cantone)
è costituita da un’associazione di comuni compatta e omogenea e vi è la
separazione amministrativa tra città e territorio: meno capoluoghi e più equità
per tutti i cittadini.
1 commento:
E se invece si va incontro ad un aumento dei costi?
Cosa si fa si ritorna alle province?
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