tag:blogger.com,1999:blog-61252465140459628152024-03-13T11:17:02.210-07:00VOCE CIVICALa voce del cittadino libero: commenti, proposte, osservazioni, integrazioni, domande e risposte. U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.comBlogger42125tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-10554188655838672992020-05-27T01:46:00.000-07:002020-05-27T01:46:28.312-07:00LA RESPONSABILITA' CI SALVERA' <br />
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: ""garamond"",serif; font-size: 14.0pt;">La
responsabilità deve essere l’atteggiamento e la condizione a base dell’azione
pubblica e privata.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Solo il comportamento
responsabile dei singoli, dei gruppi e delle organizzazioni - sociali,
politiche, istituzionali - può invertire la tendenza e creare le condizioni per
una ripartenza della regione e del paese. Soprattutto ora, dopo lo shock
provocato dal virus.</span></b><span style="color: black; font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsUbokDmQQWfS9i_FH2HYK22g4GvCkU_7MUTw3opKyz6pwq38AONLPaXohjlyUiZBIZmokDhWT59kTyYDdLPBvRfPY5f2JyoeR4qacnp4WLeZNGMZenctLsEzEGYrTSNMA2SJ86cjIT3k/s1600/Responsabilit%25C3%25A0.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="600" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsUbokDmQQWfS9i_FH2HYK22g4GvCkU_7MUTw3opKyz6pwq38AONLPaXohjlyUiZBIZmokDhWT59kTyYDdLPBvRfPY5f2JyoeR4qacnp4WLeZNGMZenctLsEzEGYrTSNMA2SJ86cjIT3k/s320/Responsabilit%25C3%25A0.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt;">Qualche tempo fa sono passato da Feletto Umberto, il paese, vicino
a Udine un poco fuori mano. Con il navigatore ho calcolato che dista 41
chilometri da Castelnovo del Friuli, il paese dove ho frequentato le scuole
elementari e, secondo lo strumento, ci vogliono un’ora di autovettura per
coprire la distanza.</span></div>
<div style="margin-bottom: 12.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: ""garamond"",serif; font-size: 14.0pt;">Una mia maestra percorreva questa distanza con la Lambretta, negli
anni Cinquanta, e allora non tutte le strade erano asfaltate. Tutti i giorni,
andata e ritorno. Era puntuale, si cominciava alle otto e trenta e si finiva
all’una meno un quarto, per recuperare i quindici minuti di ricreazione. In due
anni d’insegnamento, mancò un solo giorno, lo ricordo bene perché ci fu una grande
nevicata e, appunto, l’avvenimento della maestra che non poté arrivare. Pioveva
e nevicava, allora anche più di adesso, ma lei puntuale alle otto e quindici
parcheggiava la Lambretta e all’orario stabilito teneva lezione. Non si
sgarrava di un minuto, né all’inizio né in chiusura né per la ricreazione.</span><span style="color: black; font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: 12.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: ""garamond"",serif; font-size: 14.0pt;">Era una scuola in collina di due sole pluriclassi, l’edificio era
isolato rispetto alle case sparse del “paese che non c’è” (Castelnovo ha solo
frazioni). La direzione didattica era situata a Pinzano al Tagliamento a una
decina di chilometri. Ricordo bene che il direttore veniva a visitare la scuola
una sola volta l’anno. Le due maestre (si) gestivano da sole la didattica e
ogni aspetto connesso. Il Comune si occupava esclusivamente dell’eventuale
manutenzione dell’edificio e per la pulizia provvedeva una signora che abitava
nelle vicinanze. Non si parlava ancora di bidelli o di ausiliari strutturati.
Insomma, per farla breve, il tutto era sotto la responsabilità delle maestre,
ognuna per le sue classi. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: 12.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: ""garamond"",serif; font-size: 14.0pt;">Quelle maestre furono veramente, totalmente ed efficacemente
responsabili. Lo possono assicurare i discenti di allora. Lo furono pur non
avendo controlli ravvicinati, gerarchici, funzionali, terzi o interessati. Nel
nostro caso il controllo era quasi nullo, loro lo sapevano, eppure facevano
tutti i giorni, per l’intero anno scolastico il loro dovere. Erano
“intrinsecamente” responsabili.</span><span style="color: black; font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: 12.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: ""garamond"",serif; font-size: 14.0pt;"> Si dice spesso che bisogna recuperare l’etica, il senso del
dovere, per riannodare i fili di una società in degrado; per ridare fiducia ai
cittadini soprattutto nei confronti delle istituzioni, delle amministrazioni,
degli enti che costituiscono, nell’insieme, lo Stato. Ebbene, prima e più di
tutto, per un vero recupero va reintrodotta la responsabilità, a tutti i
livelli. Bisogna che tutti siano responsabili, nel loro lavoro, nelle loro
funzioni. Bisogna che ognuno, in ogni luogo, pubblico o privato, prenda
consapevolezza delle conseguenze dei propri comportamenti e modi di agire che
ne derivano. In ogni contesto deve essere assicurata la condizione di dovere
rendere conto di atti, avvenimenti e situazioni in cui si ha una parte, un
ruolo. Solo così l’Italia può ripartire e rimanere agganciata al treno
dell’Europa. <o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: 12.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="color: black; font-family: ""garamond"",serif; font-size: 14.0pt;">E prima ancora deve farlo la regione Friuli-Venezia Giulia, ove ci
fu una grande assunzione di responsabilità, pubblica e privata, nella tragica
occasione del terremoto e della ricostruzione negli anni ’70 e ’80 del secolo
scorso. Al tempo del Corona virus è di nuovo il momento di una generale e
incondizionata assunzione di responsabilità per il rilancio del Friuli in tempi
ragionevoli.<o:p></o:p></span></b></div>
<div style="margin-bottom: 12.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: ""garamond"",serif; font-size: 14.0pt;">Infine, per ricordare costantemente a tutti – soprattutto ai
vertici della burocrazia– il proprio ruolo, bisognerebbe eliminare la parola
“dirigente” e sostituirla con “responsabile”.<o:p></o:p></span></div>
<div style="margin-bottom: 12.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: black; font-family: ""garamond"",serif; font-size: 14.0pt;"><br /></span></div>
<br />U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-14856559302518904732020-04-09T07:39:00.001-07:002020-04-09T07:39:05.133-07:00RILANCIO ECONOMICO - E NON SOLO - COME CON IL PIANO INACASA DI FANFANI<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy8GlOqjxiysVbNxlE5KynXDRVlEbtbZncL77RHbEjExvHkqazQyiXSplCVYqqSNOgGeFoml63EajdrQx_9NtVJoEnpjXt3KdiXu39Q7-lvdMsKoSuLn4X6fRHtpztVKM_IjELWbhEfyQ/s1600/INACASA.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="289" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjy8GlOqjxiysVbNxlE5KynXDRVlEbtbZncL77RHbEjExvHkqazQyiXSplCVYqqSNOgGeFoml63EajdrQx_9NtVJoEnpjXt3KdiXu39Q7-lvdMsKoSuLn4X6fRHtpztVKM_IjELWbhEfyQ/s1600/INACASA.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Una delle piastrelle artistiche poste sulle case INA</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ben
vengano le idee nuove, ma non bisogna trascurare i buoni esempi che,
opportunamente rivisitati, potranno essere validi strumenti per il rilancio
dell’economia bloccata dalla pandemia. Per il metodo molti ricordano
l’efficacia del “modello Friuli”. Nel merito si auspica un “piano Marshall
europeo” ma, viste le resistenze di alcuni stati membri, l’Italia farà bene a
non scordare che nel dopoguerra seppe elaborare e portare a buon fine uno
specifico grande piano di rilancio.<i><o:p></o:p></i></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Qualche giorno fa – di necessità virtù – pedalando sulla cyclette ho
acceso il televisore che è piazzato davanti. Ho “pescato”, su Rai Storia, la
trasmissione “Passato e presente” di Paolo Mieli. Argomento della puntata: <b>“Il
piano Fanfani – una casa per gli italiani”</b>. Mi ricordai di averne sentito
parlare negli anni sessanta: “… abita nelle case Fanfani; costruiscono case Fanfani…”.
Mieli porta avanti l’argomento con la presenza in studio di un professore di
storia, tre giovani storici (studenti della materia, penso) e il ricorso a
filmati, interviste, documenti. Per l’occasione vengono ricordate le
circostanze, i protagonisti e i dati salienti dei “<b>Provvedimenti per
incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per i
lavoratori”</b>, titolo delle Legge 28 febbraio 1949, n. 43.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">In effetti gli elementi ricordati sono degni di nota, riassumo schematicamente
quelli che più colpiscono, tra i quali alcuni che, reinterpretati, potrebbero
giovare non poco per superare lo shock economico provocato dal fermo quasi
totale delle attività economiche. Siamo nel ’48-49, presiede il Consiglio dei
ministri Alcide De Gasperi, un giovane Amintore Fanfani è ministro del lavoro e
della previdenza sociale. Ispirandosi – dicono – alle teorie economiche di Jhon
Maynard Keynes, oltre che alla “dottrina sociale della chiesa cattolica”,
Fanfani elabora e propone la legge sopracitata. Il Parlamento approva
nonostante qualche riserva delle sinistre, ma non – per esempio – del
sindacalista Giuseppe Di Vittorio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Le finalità della legge emergono chiaramente dal titolo stesso. <b>Molto
interessante è lo schema di finanziamento</b> che prevede l’intervento dello
Stato, attraverso l’Istituto Nazionale delle Assicurazioni INA (da cui la denominazione
ufficiale “INA-casa”); le imprese (in particolari le edili coinvolte
direttamente) e i lavoratori stessi mediante una piccola trattenuta in busta
paga (anche di questa molti si ricorderanno). Questo schema “a tre punte”, con
il coinvolgimento di una pluralità di soggetti, pubblici e privati, compresa la
massa dei lavoratori dipendenti, assicurò i finanziamenti necessari permettendo
di investire, nei primi sette anni di attuazione della legge, 334 miliardi di
lire di allora. Rinnovato per altri sette anni (il piano si chiuse nel 1963)
l’investimento complessivo, del Piano, pareggiò all’incirca la quota elargita
all’Italia dallo “European Recovery Program” meglio noto come piano Marshall:
1.129 miliardi di dollari. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Altro punto di forza del piano fu, come diremmo ora,
la <i>governance</i></b>. L’attuazione
del piano fu affidata all’INA, allora un solido ed efficace istituto
assicurativo dello Stato (malamente privatizzato in seguito). Alla direzione,
programmazione e controllo Fanfani chiamò l’ingegner Filiberto Guala che, come
lui, gravitava nel gruppo di Dossetti e La Pira. Convincendolo a posticipare la
sua vocazione: alla fine del mandato si fece frate trappista. <b>Un ente di
gestione snello, una direzione commissariale integerrima e competente</b> – il
futuro frate proveniva dal Politecnico di Torino – <b>permisero di condurre in
porto il grande piano senza le lungaggini e “gli incidenti” che hanno funestato
le grandi opere recenti. <o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Qualche altro dato: a regime il piano edificava 2.800 unità abitative a
settimana e consegnava 550 alloggi, in tutta Italia, ad altrettante famiglie di
lavoratori, contribuendo non poco all’emancipazione sociale e alla
ricostruzione post bellica. Complessivamente furono edificati, nei 14 anni di
operatività, 2 milioni di vani, ovvero 355.000 alloggi. Furno impiegati
mediamente 41.000 operai ad anno che prestarono il 10% delle giornate
lavorative dell’epoca. Senza dimenticare
la valenza urbanistica dei progetti che furono curati da molti dei migliori
architetti di allora, alcuni diventati poi delle “archistar”. Furono coinvolti molti
altri professionisti, ingegneri, geometri, periti. Per le costruzioni, in città
grandi e piccole di tutta l’Italia, <b>furono privilegiate le piccole e medie
imprese locali</b>. In sintesi si può affermare, senza ombra di dubbio, che <b>il
piano INA-casa fu un grande progetto che conseguì tutti gli obiettivi previsti</b>
e anche di più. Non solo occupazionali ed abitativi (e quindi sociali) ma anche
urbanistici ed economici in senso lato con l’avvio e la crescita di attività
imprenditoriali, artigianali e delle professioni.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="line-height: 105%;">Ancor
prima della brusca frenata, era in corso, animato da più soggetti, un dibattito
sulla necessità di un grande piano di rilancio dell’economia. </span><span style="text-align: justify;">.</span><span style="text-align: justify;"> </span><span style="text-align: justify;">A maggior ragione, dopo
quanto sta succedendo, ci sarà bisogno di piani articolati e coraggiosi per
rimettere in careggiata l’economia regionale e nazionale. L’esempio qui
ricordato aveva tra gli elementi che ne hanno decretato il successo alcuni che,
rivisitati e adeguati ai tempi, potranno essere ancora utili. </span><b style="text-align: justify;">Primo fra
tutti l’innovativo piano di finanziamento che fu in grado di attivare le
ingenti risorse necessarie mettendo insieme quelle di un grande istituto
pubblico, con quelle delle imprese coinvolte e dei lavoratori</b><span style="text-align: justify;">. Una nuova
applicazione dello “schema Fanfani” potrebbe riguardare tanto il settore edilizio
stesso (adeguamenti energetici, tecnologici, antisismici; recupero centri
storici e riqualificazione periferie), quanto altri settori produttivi
consolidati o emergenti.</span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">A maggior ragione, dopo
quanto sta succedendo, ci sarà bisogno di piani articolati e coraggiosi per
rimettere in carreggiata l’economia regionale e nazionale. L’esempio qui
ricordato aveva tra gli elementi che ne hanno decretato il successo alcuni che,
rivisitati e adeguati ai tempi, potranno essere ancora utili. <b>Primo fra
tutti l’innovativo piano di finanziamento che fu in grado di attivare le
ingenti risorse necessarie mettendo insieme quelle di un grande istituto
pubblico, con quelle delle imprese coinvolte e dei lavoratori</b>. Una nuova
applicazione dello “schema Fanfani” potrebbe riguardare tanto il settore edilizio
stesso (adeguamenti energetici, tecnologici, antisismici; recupero centri
storici e riqualificazione periferie), quanto altri settori produttivi
consolidati o emergenti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-64573422714772911882020-03-31T04:32:00.000-07:002020-03-31T04:32:24.761-07:00LA CINA CI E' VICINA<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">I cinesi amano molto
l’Italia. Tutto ciò che viene dal “Bel paese”, a partire dagli italiani, li
affascina, li attrae, suscita in ogni cinese interesse, rispetto, voglia di
conoscere, amicizia. Questo ricordo dei miei soggiorni, per lavoro, nel grande
paese asiatico.<i><o:p></o:p></i></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Già qualche mese addietro, quando <b>si dibatteva del grande progetto
cinese denominato “Via della seta”</b>, ho sentito e letto posizioni
contrastanti rispetto alle reali intenzioni del governo cinese. Molti sostenevano
l’opportunità di aderire al trattato – come poi si è fatto - intravedendovi
grandi possibilità di commerci e scambi non solo commerciali. Altri, invece,
contrastarono il progetto paventando pericoli derivanti dalle mire
espansionistiche ed egemoni del grande stato asiatico. Oltre alla fronda
interna, bisogna ricordare i tentativi di dissuasione – molto interessati – che
operarono, nei confronti dell’Italia, alcune “potenze economiche amiche” di
entrambe le sponde atlantiche. Salvo poi sottoscrivere, loro stessi, grandiosi
accordi di interscambio con la Cina stessa ben più rilevanti rispetto a quelli
italiani. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ora, mentre in Italia e nel mondo imperversa la pandemia da Covid-19,
la Cina (dove il contagio è partito e pare sia stato vinto) ci manda degli
aiuti preziosi – mascherine, respiratori, medici – ed immediatamente riparte la
polemica. <b>Si attivano le fazioni contrapposte di chi plaude alla generosa
disponibilità cinese e di chi ritiene si tratti di interventi interessati,
mossi da inconfessabili secondi fini</b>. Con qualche politico – di successo –
che alza i toni sin quasi ad offendere il popolo cinese e sicuramente il suo
governo. Dimentico che, in una situazione tragica, come quella che sta vivendo
l’Italia in questo momento<b>, giovano più le “nazioni interessate” che tendono
la mano, di quelle “consorelle” che si disinteressano a tal punto da negare non
solo l’aiuto ma persino la vendita di forniture essenziali per affrontare
l’emergenza</b>. Dimenticando anche che è lecito avere una politica estera,
condotta senza armi da guerra, e buona cosa avere uno statista che la porta
avanti. <b>Tutte cose di cui avrebbero estremo bisogno tanto l’Italia, quanto
l’Europa.<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Ho soggiornato in Cina per lavoro (trasferimenti di know-how,
realizzazione di impianti) più volte e in regioni diverse. In grandi città,
come Changchun (8 milioni di abitanti) e in piccoli centri (700 mila
residenti). È
stata l’occasione per incontrare dirigenti politici (funzionari, commissari che
sovraintendevano la realizzazione degli investimenti) dirigenti industriali,
tecnici, impiegati, operai. Ciò a cavallo dello scorso secolo e di quello
attuale. <b>In tutte queste occasioni ho costantemente riscontrato sentimenti
di amicizia, simpatia e apprezzamento nei nostri confronti e in tutto ciò che
viene dall’Italia</b>. Potrei al riguardo raccontare decine di aneddoti. I
giovani cinesi non fanno in tempo a riconoscerti che, sorridenti, ti si
rivolgono entusiasti e con la loro tipica pronuncia: “<i>Taliano? lacimilan,
lacimilan…</i>”. Ci impieghi un poco, ma poi comprendi che si riferiscono alla
squadra di calcio “A.C. Milan” che tutti all’epoca conoscevano. <b>La
televisione era l’elettrodomestico più diffuso allora, meno frigoriferi e
lavatrici, ma credo – visti gli investimenti fatti anche da noi a Pordenone –
abbiano recuperato negli ultimi anni.<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">I più anziani, invece, in occasione di qualche cena aziendale o
inaugurazione di stabilimenti, ci invitavano a cantare con loro: “<i>balacioo</i>”.
E solo quando attaccavano ti accorgevi che si trattava del canto partigiano
“Bella ciao”. <b>Anche la musica classica, operistica e popolare italiana è
conosciuta ed apprezzata</b>. Una sera eravamo a cena in un albergo. Da una
sala attigua giungevano le note di musiche e canti locali. Poi all’improvviso
sentimmo distintamente qualcosa di familiare, i versi di una romanza
napoletana. Ci alzammo di scatto, tutti noi italiani, e ci precipitammo ad
ascoltare. Cantava, meravigliosamente, una giovane cinese. E dopo quella prima
ne fece altre: “<i>O paese d’ ‘o sole</i>”, “<i>Torna a Surriento</i>”, per
finire con “<i>O sole mio</i>”. Ci unimmo al coro. Fu una serata memorabile. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Mitica fu anche una cena di addio che organizzammo con i cinesi nel
laboratorio tecnologico che, essendo attrezzato di forni, piastre e becchi
“Bunsen” per i test, si prestava allo scopo. Noi avevamo preparato una
colossale spaghettata con le materie prime che i magazzinieri, in Italia,
avevano cura di infilare nei pertugi delle parti che venivano spedite e poi
recuperate dai montatori. Loro delle anatre laccate stupende. Vino, allora,
poco e non gran che, si brindava “<i>gambei</i>! – <i>ganbei</i>!” con
dell’ottima “<i>pijiu</i>” (birra). Alla fine per accompagnare il dolce (frittelle
farcite con pasta di fagioli) comparvero delle bottiglie di “<i>baijiu</i>” la
grappa locale. Uno dei cinesi lanciò la sfida: uncinò con il suo il braccio
quello di Francone, il capo dei nostri montatori. “<i>A puest tu sos fantat!</i>”,
disse solamente Francone – già artigliere di montagna – e dopo il primo ne
spedì – letteralmente – altri tre sotto il tavolo al grido di “<i>ganbej!</i>”
(salute-prosit). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Sul lavoro i cinesi, quasi tutti giovani, erano attenti e scrupolosi,
con un’ottima preparazione di base, intelligentissimi. <b>Tutto faceva
intendere, già allora, che avevano intrapreso un processo di crescita in tutti
i settori. Che puntualmente li ha portati all’eccellenza in molti comparti
strategici</b>. Seppure con qualche contraddizione. Io stesso, nelle zone
rurali, vidi realizzare delle costruzioni (case, stalle, ricoveri?) con le
canne palustri e l’argilla. Un collega più giovane, che ci è tornato solo due
anni fa, mi dice che si fanno ancora, magari a poche centinaia di metri dai
moderni grattacieli che crescono come i funghi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La Cina è immensa, 1,5 miliardi di persone con consumi in crescita, una
produzione esuberante e competitiva, in grado di invadere i mercati mondiali.
Ma ha bisogno anche di tante cose. <b>E cinesi amano l’Italia e i prodotti italiani.
Sta a noi, ai governanti e agli imprenditori prima di tutti, trarre profitto da
questa duplice valenza della realtà cinese.<o:p></o:p></b></span></div>
<br />U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-78955761305688098612020-03-20T08:26:00.000-07:002020-03-20T08:26:15.976-07:00OPEN LETTER TO GOOGLE because there is more to do to be OK<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b> Spett. GOOGLE sono costretto a scrivere questa lettera
aperta perché non trovo altro modo per farvi comprendere una cosa giusta</b>. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">E semplicissima, che tutti possono comprendere, anche Voi, basterebbe che prestaste un poco di
attenzione e, prima ancora, che mi deste la possibilità di spiegarmi. Anche se,
a mio parere, già avete tutti gli elementi per capire e agire di conseguenza. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ma
andiamo con ordine, schematicamente per non dilungarsi troppo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>Io sono un privato cittadino, non un’azienda, un’associazione,
un ente…;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>Anni fa, utilizzando il SW gratuito di “Blogger.com”
ho creato un mio sito denominato “voce civica”;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span><!--[endif]-->Qualche anno dopo, mediante una delle
possibilità messe a disposizione da GOOGLE ho registrato un dominio in
esclusiva a pagamento, questo su cui scrivo questa lettera: “vocecivica.com”;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>Il dominio pare sia fornito da “enom.com”, ma il
canone di registrazione è gestito da GOOGLE, tramite una sua divisione (ora Google
cloud team);<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>Il pagamento del canone annuale di 10,00 USD è
stato fatto sull’apposita piattaforma di Google messa a disposizione dell’amministratore
del sito, nel caso io stesso;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>Il canone scade il 29 marzo o il 5 aprile di
ogni anno (a seconda dei vari documenti; ma la piccola differenza non conta);<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>L’anno scorso, 2019, io ho regolarmente pagato
con una carta di credito ricaricabile Visa, per un anno, quindi sino al 29
marzo, o il 5 aprile, 2020;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>Già a gennaio 2020 sono arrivate delle mail di
Google con l’invito a pagare il rinnovo della registrazione del dominio “vocecivica.com”;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>Essendo scaduta la Visa con cui avevo pagato negli
anni precedenti, ho immesso – nell’apposito format di Google” una nuova carta
di credito Visa ricaricabile e, con quella, in data 3 febbraio 2020 ho
rinnovato per un anno, ovvero sino ad marzo/aprile 2021 il dominio del sito “vocecivica.com”;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>Il pagamento di 10,00 USD è andato a buon fine e
risulta addebitato sulla mia carta di credito e accreditato a Google come
risulta dal mio profilo “amministratore” alla pagina “ID profilo pagamenti
8525-5895-1017”;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>Per quanto sopra, provato anche dai documenti on
line di Google” (e dalla mia Visa), io ho regolarmente pagato il rinnovo del
dominio “vocecivica.com” sino al 28 marzo 2021 secondo Google, sino al 5 aprile
2021 secondo Enom.com (ripeto che la differenza non fa … differenza);<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span><b>Ma, nonostante il rinnovo sino alle date soprariportate,
mi sono giunte numerose mail da parte di Enom.com e Google che mi annunciano la
sospensione del dominio a marzo/aprile 2020. E di fatto sulle mie pagine “amministratore”
la mia posizione risulta SOSPESA;<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>Ho provato in tutti i modi a segnalare che il
rinnovo, sino a marzo/aprile 20121 è stato pagato da me e accreditato a Google:
nulla da fare Google insiste che i pagamenti non si potrebbero fare con carte
di credito ricaricabili e che bisognerebbe impostare il rinnovo automatico;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="mso-ascii-font-family: Calibri; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-hansi-font-family: Calibri;"><span style="mso-list: Ignore;">-<span style="font-stretch: normal; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; line-height: normal;"> -</span></span></span>Cosa di cui al limite si può discutere a marzo/aprile
2021, non ora a marzo 2020 e dopo aver incassato l’importo previsto di 10,00
Usd, pari a 9,06 euro come risulta dalla contabile della mia Visa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="mso-list: l0 level1 lfo1; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Se Google non corregge la sua posizione, annullando la
sospensione e reintegrando pienamente il dominio “vocecivica.com” si troverà
nella posizione di chi incassa un importo ma non fornisce il servizio pattuito.</b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">
Non so come sia definito e trattato questo fatto negli USA, ma in Europa ciò
costituisce reato, oltre che una pessima prassi commerciale. Confido pertanto
che Google provveda di conseguenza immediatamente, senza se e senza ma. “<b>Errare
humanum est, perseverare diabolicum et tertium non datur…” <o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKTrJ21mytH8rBzlXuObOsNr2w7DpBcB4cde59wyfYyJ9eVYIGkZ8Oz4X88EteafPa4eL2-vn_4w4Ltvc-3E1SmWURzXZKZ-PTOFzUuJc5YrDzQhr0NyH6GamvOPaebhuytYIkG8LoaQM/s1600/pagamento+a+Google+con+CC+per+dominio+vocecivica.com.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1136" data-original-width="640" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKTrJ21mytH8rBzlXuObOsNr2w7DpBcB4cde59wyfYyJ9eVYIGkZ8Oz4X88EteafPa4eL2-vn_4w4Ltvc-3E1SmWURzXZKZ-PTOFzUuJc5YrDzQhr0NyH6GamvOPaebhuytYIkG8LoaQM/s400/pagamento+a+Google+con+CC+per+dominio+vocecivica.com.jpg" width="225" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Pagamneto a Google di 9,06 Euro pari a 10 USD in data 3 febbraio 2020</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><br /></b></span></div>
<br />U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-16867739119701557422020-02-19T00:08:00.002-08:002020-02-19T00:08:46.500-08:00LA COOPERATIVA DI COMUNITA’ “Aiutati che io ti aiuto”<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_HiXq6L1ignRwdDzLUUGYUht5SBbDTNpOyNfHUMWB79uCPJu5CVjyQzPiHvdgwbyxhySh3SV8aVXJUxu0BNpUdDN9CdDi_jAiBwSTaFIz_X4GlOybzhPnxmNwTv60JS77wpGZgNqbdq8/s1600/borgo+di+montagna.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="522" data-original-width="790" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_HiXq6L1ignRwdDzLUUGYUht5SBbDTNpOyNfHUMWB79uCPJu5CVjyQzPiHvdgwbyxhySh3SV8aVXJUxu0BNpUdDN9CdDi_jAiBwSTaFIz_X4GlOybzhPnxmNwTv60JS77wpGZgNqbdq8/s320/borgo+di+montagna.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La cooperativa di comunità: uno strumento di sostegno<br />per i borghi di montagna che si stanno spopolando</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Succiso è un piccolo borgo
sull’Appennino Tosco-Emiliano in provincia di Reggio Emilia. <b>Si trova ad un’
altitudine di 980 metri sul livello del mare e conta 65 abitanti</b>. E’ una
frazione del comune di Ventasso, costituito nel 2016 a seguito della fusione di
due comuni con poco meno di mille residenti e altri due che di abitanti ne
contavano poco di più e che già collaboravano nella Unione dei comuni dell’alto
Appennino reggiano (e anche questo dovrebbe dire qualcosa a quanti faticano a individuare un nuovo modello di governo del territorio).</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Nel 1991, a Succiso, chiusero in
rapida successione l’ultimo bar e il solo negozio di alimentari che vi era.
Venuti a mancare i soli servizi e punti di aggregazione rimasti, per il piccolo
borgo si profilava il tracollo definitivo, con l’abbandono degli ultimi
resistenti… pardon residenti. Fu allora che i “ragazzi” della Pro loco si
rimboccarono le maniche e costituirono la “Cooperativa Valle dei cavalieri”,
dal nome dell’area geografica in cui si trova Succiso. Non una cooperativa di
consumo, non di produzione, non di credito, non di servizi, non solo sociale, <b>ma
di “tutto un poco”; di quello che serviva alla sopravvivenza e al rilancio</b>
della piccola comunità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b>Un po’ alla volta hanno riaperto
il negozio, il bar, un ristorante, un forno, un agriturismo</b>; avviato
allevamenti, produzioni di formaggi, latticini e salumi; promosso e sostenuto
attività sociali, di lavoro, manutenzione territorio, cultura, attività
didattiche, sportive e del tempo libero; avviato servizi di trasporto locale,
ritiro e recapito (merci, posta, farmaci). Essendo in pochi hanno dovuto e
saputo sfruttare al massimo la flessibilità e l’eccletticità di ciascuno,
talché <b>ognuno dei soci e lavoratori ricopre almeno tre o quattro ruoli</b> e
ha dovuto imparare altrettanti mestieri. Succede così che, per esempio, chi
prima dell’alba sforna il pane, al mattino guida il pulmino per il trasporto
degli studenti e degli anziani ove sono scuole e servizi sanitari, al ritorno porta
in paese merci, la posta e i farmaci, provvedendo alla distribuzione, poi
magari alla sera è di turno al bar o al ristorante. Così per tutti gli altri. La
cooperativa festeggerà tra poco i 30 anni di attività; ora ha 55 soci,
praticamente l’intero paese, 7 dipendenti fissi e tanti collaboratori a tempo
parziale. Ed è un modello studiato in tutto il modo! <b>Non a caso sono venuti
a Succiso da Canada, Stati Uniti, Giappone, Corea e altri paesi</b>. <b>Meno
dall’Italia</b> (come sempre purtroppo) e <b>una normativa nazionale ancora non
c’è</b>, vi hanno provveduto, bensì, alcune regioni a partire dall’ Emilia
Romagna. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">Senza nemmeno averne la
consapevolezza, i “ragazzi della Pro” che non si rassegnarono ad abbandonare il
loro borgo e vederlo morire, <b>hanno inventato la</b> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Cooperativa di Comunità</b>, una nuova forma di impresa; u<span style="background: white; color: #303030;">n modello di<strong><span style="border: 1pt none windowtext; padding: 0cm;"> </span></strong><strong><span style="border: 1pt none windowtext; font-weight: normal; padding: 0cm;">innovazione economica e sociale</span></strong> dove <b>i cittadini
sono produttori e fruitori di beni e servizi</b>,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>che crea sinergia e coesione in una comunità,
mettendo a sistema le attività di singoli cittadini, imprese, associazioni e
istituzioni, <strong><span style="border: 1pt none windowtext; font-weight: normal; padding: 0cm;">rispondendo così ad
esigenze plurime di mutualità</span></strong>, con l ‘</span></span><span style="background: white; color: #303030;">obiettivo di <strong><span style="border: 1pt none windowtext; font-weight: normal; padding: 0cm;">produrre
vantaggi a favore della comunità</span></strong> alla quale i soci
promotori appartengono. E ciò</span> viene perseguito attraverso la produzione
di beni e servizi per incidere in modo stabile su aspetti fondamentali della
qualità della vita sociale ed economica della comunità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin;">La prima Cooperativa di Comunità
d’Italia non ha solamente salvato il borgo montano di Succiso, lo ha rilanciato
e ne <b>ha fatto un modello, studiato ed esportato in tutto il mondo</b>. </span><a href="http://www.valledeicavalieri.it/" target="_blank"><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: windowtext; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">Cooperativa Valle Dei Cavalieri</span></a><strong><span style="background: white; border: 1pt none windowtext; color: #222222; padding: 0cm;">: </span></strong><strong><span style="background: white; border: 1pt none windowtext; color: #222222; font-weight: normal; padding: 0cm;">un nome che
ricorda quello di una favola. Effettivamente in questa storia ci sono tutti gli
ingredienti di una favola a lieto fine. </span></strong><strong><span style="background: white; border: 1pt none windowtext; color: #222222; padding: 0cm;">Che speriamo possa ripetersi in altre valli</span></strong><strong><span style="background: white; border: 1pt none windowtext; color: #222222; padding: 0cm;">, </span></strong><strong><span style="background: white; border: 1pt none windowtext; color: #222222; font-weight: normal; padding: 0cm;">soprattutto là
dove ci sono dei borghi che si stanno spopolando: </span></strong><strong><span style="background: white; border: 1pt none windowtext; color: #222222; padding: 0cm;">praticamente tutta l'area montana, tranne le perle turistiche</span></strong><strong><span style="background: white; border: 1pt none windowtext; color: #222222; font-weight: normal; padding: 0cm;">. Per questi territori si dovrebbe predisporre, prima ancora dei sostegni
economici,</span></strong><strong><span style="background: white; border: 1pt none windowtext; color: #222222; padding: 0cm;"> degli strumenti di
formazione, di stimolo e assistenza perché i residenti costituiscano e
sviluppino le Cooperative di Comunità.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></strong><strong><span style="background: white; border: 1pt none windowtext; color: #222222; font-weight: normal; padding: 0cm;">Lanciando un
messaggio chiaro: </span></strong><strong><span style="background: white; border: 1pt none windowtext; color: #222222; padding: 0cm;">“Aiutatevi che io vi
aiuto”.<o:p></o:p></span></strong></span></div>
<br />U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-63900791214979643592020-02-02T07:14:00.000-08:002020-02-02T07:14:09.165-08:00<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-size: 16.0pt; line-height: 107%;">UNA LEZIONE DI POLITICA ECONOMICA
TERRITORIALE</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br />
<div class="MsoNormal" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
</div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: "Times New Roman"; font-size: medium; font-style: normal; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; font-weight: 400; letter-spacing: normal; margin-bottom: 0cm; orphans: 2; text-align: start; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: 2; word-spacing: 0px;">
<div style="margin: 0px;">
<b><span style="font-size: 16pt; line-height: 22.8267px;">Tra vigne, meleti, spa e resort</span></b></div>
</div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt;">
<b><span style="color: #3b3838; font-size: 10.0pt;">Ubaldo
Muzzatti<span style="mso-spacerun: yes;"> - </span></span></b><b><span style="font-size: 10.0pt;"> 30 <span style="color: #3b3838; mso-themecolor: background2; mso-themeshade: 64;">gennaio 2020<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt;">
<b><span style="background: lime; font-size: 10.0pt; mso-highlight: lime;">Politica – Economia</span></b><b><span style="font-size: 10.0pt;"><o:p></o:p></span></b><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><br /><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihlWFDMQ5jxU4pEIxh12n-UZ99yUjHLWOBrbMsFvbLUISfqGGX75R5x6U1S_B3nVg2v-ZPGvhzEAfNgQEybyAynZ9i1r5Pj115rGHZxFwtGJtGoClO07JXldEQMFlSjECqiksYvJ4Oyw4/s1600/Vigneti+a+Caldaro+BZ.png" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="389" data-original-width="519" height="239" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihlWFDMQ5jxU4pEIxh12n-UZ99yUjHLWOBrbMsFvbLUISfqGGX75R5x6U1S_B3nVg2v-ZPGvhzEAfNgQEybyAynZ9i1r5Pj115rGHZxFwtGJtGoClO07JXldEQMFlSjECqiksYvJ4Oyw4/s320/Vigneti+a+Caldaro+BZ.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Vigneti Tra Caldaro e Appiano (Bolzano)</td></tr>
</tbody></table>
<b><span style="background: lime; font-size: 10.0pt; mso-highlight: lime;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 4.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Con l’ingegnere partivamo in auto al pomeriggio per essere su in serata
e pienamente operativi il mattino dopo. Meta della trasferta l’Alto Adige, tra
Caldaro e Appiano. Qui in mezzo alle vigne e ai meleti, tenuti che è una
meraviglia, era insediata l’azienda per la quale stavamo lavorando in qualità
di consulenti di organizzazione industriale. Si pernottava in un alberghetto
che, ufficialmente, si fregiava di due sole stelle ma con struttura, confort e
servizio di ottimo livello che in molte altre località non si trovano in hotel
di prima categoria. Al mattino la colazione era un tripudio di <i>delicatessen</i>
locali e fatte in casa. La scelta era smisurata, anche nei periodi di bassa
stagione, quando io e l’ingegnere eravamo tra i pochi clienti. Naturalmente
l’edificio e tutto l’arredamento erano tipicamente tirolesi. In mezzo a tanto
legno, usato con sapienza, spiccava sul banco della reception il computer. Erano
i tempi in cui questo <i>device </i>faceva le prime apparizioni nelle medie e
grandi aziende industriali, mentre nelle piccole, nelle attività artigianali e
commerciali, almeno da noi, era ancora un oggetto poco conosciuto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 4.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Al mattino raggiungevamo lo stabilimento. Passando in mezzo ai vigneti
vedevamo già i coltivatori all’opera. Durante la fase vegetativa della vite, in
uno spiazzo lungo la strada, ove era posizionato l’apposito impianto, avveniva
il riempimento delle cisterne irroratrici per i trattamenti. Sovraintendeva
l’operazione un tecnico della direzione provinciale agricoltura. Tutti i
coltivatori della zona affluivano con le botti trainate dal trattore, esibivano
al tecnico provinciale un cartellino con i dati delle rispettive coltivazioni e,
in base a questi, venivano riforniti della giusta quantità e tipologia di
miscela pronta all’uso, non senza aver tarato l’impianto e gli ugelli di
aspersione. Credo che molti si siano posti la domanda: “E’ possibile che tutti
gli agricoltori sappiano scegliere, dosare e usare anticrittogamici, pesticidi,
diserbanti, concimi e quant’altro? Non sarà che alcuni padroneggiano poco
queste sostanze, con i rischi conseguenti per sé e soprattutto per i
consumatori?”. Nella provincia autonoma di Bolzano hanno dato una risposta
concreta, generalizzata e preventiva a questo dubbio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 4.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Lo stabilimento era costituito da una costruzione in pannelli
prefabbricati, come se ne vedono tanti nelle nostre zone industriali. Ben fatto
e ben tenuto ma, in zona pedemontana, non lontano dal lago di Caldaro, in mezzo
alle vigne, non lontano dai tipici insediamenti montani, non si può dire che
fosse bello. Non di meno l’attività andava bene. Bisognava ampliare e a tal
scopo era stata presentata domanda di concessione edilizia. Passavano i mesi e,
a dispetto del noto efficientismo locale, il permesso a costruire non arrivava,
nonostante ripetuti solleciti. Finché un giorno il titolare sbottando disse:
“Venite con me, ho chiesto un incontro alla Direzione competente in Provincia”.
Ci presentammo dunque negli uffici provinciali ed esponemmo il caso,
prospettando l’esigenza di ampliare gli spazi produttivi; sottolineando i
benefici occupazionali che ne sarebbero derivati. L’alto funzionario ci ascoltò
con attenzione ma senza entusiasmo. Quando venne il suo turno, fermo e pacato,
ci ricordò che la Provincia Autonoma di Bolzano aveva una precisa e consolidata
politica economica di sviluppo basata su due filiere: quella agro alimentare e
quella del turismo. Purtroppo il progetto presentato non rientrava in quelli
individuati dalla politica di sviluppo del territorio. Da qui la mancata risposta
e il probabile rigetto della domanda. “Per quel luogo – concluse sorridendo –
presentate, invece, una domanda per la realizzazione di una spa, un resort, che
ben si inseriscono nel contesto, e sarà evasa immediatamente”.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 4.0pt; text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTWnmAGjPAIhS-G0nFSMTPxgatJ-3Wgr_Y_eafdaLUPfJZdkR_F9-1O3W4r-ZRvMcNE4Eul89A-2zUkX2j6NjbSaqw52C6jGkD1KfWZJjbM9kQSPJSYHLdX0uvCUMhMLrECFHRxkUMFik/s1600/Naturno.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="579" data-original-width="1004" height="184" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjTWnmAGjPAIhS-G0nFSMTPxgatJ-3Wgr_Y_eafdaLUPfJZdkR_F9-1O3W4r-ZRvMcNE4Eul89A-2zUkX2j6NjbSaqw52C6jGkD1KfWZJjbM9kQSPJSYHLdX0uvCUMhMLrECFHRxkUMFik/s320/Naturno.png" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Centro benessere di Naturno in Val Venosta (BZ)</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Son tornato di recente in Alto Adige, a Merano, in Val Venosta e in Val
Passiria. Visti i centri termali, le spa in quasi tutti gli alberghi; visto lo
straordinario meleto della Venosta; i masi e gli allevamenti della Passiria; le
aziende lattiero casearie, si può star certi che la politica economica e di
sviluppo di quel territorio si basa ancora sulle due filiere individuate e
sostenute coerentemente dalla amministrazione provinciale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 4.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Non è detto che altri territori, altre regioni possano / debbano individuare
e sostenere quelle stesse filiere o solo quelle. Ma l’esempio citato prova che
anche una regione, soprattutto se autonoma, può e deve individuare una politica
economica / industriale e perseguirla con coerenza. Evitando di disperdere le
poche risorse disponibili in mille rivoli e con continui cambi di rotta. <o:p></o:p></span></div>
<br />U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-28803129886090802582017-04-18T09:03:00.000-07:002017-04-18T09:03:04.009-07:00CITTA' e TERRITORIO <div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6pt; text-align: left;">
<b><i><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Una nuova articolazione
amministrativa per sviluppare e valorizzare armonicamente<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6pt; text-align: left;">
<b><i><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">realtà complementari
indissolubili, ma con strutture, problematiche ed esigenze diverse<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">In quasi tutto il mondo,
gli abitanti risiedono in parte nelle medie e grandi città e in parte in
cittadine, paesi e villaggi sparsi sul territorio. In alcune regioni, soprattutto
ove presenti le metropoli, prevalgono i cittadini, in altre sono più numerosi i
residenti sul territorio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">In Friuli Venezia Giulia,
per esempio, ci sono poche <b>città</b> e
vi risiede meno di un terzo della popolazione. Oltre due terzi, invece,
risiedono nelle cittadine, nei paesi e nei borghi del <b>territorio</b>. Semplificando, ma non ci si discosta dalla realtà, possiamo
considerare:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraph" style="margin-bottom: 6.0pt; mso-add-space: auto; mso-list: l2 level1 lfo7; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
</div>
<ul>
<li>·<span style="font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span><b style="text-indent: -18pt;"><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">città,</span></b><span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 14pt; text-indent: -18pt;"> i tre (ex?) capoluoghi di
provincia e il capoluogo regionale;</span></li>
</ul>
<!--[if !supportLists]--><br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l6 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">territorio</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">, le cittadine, i paesi,
villaggi e borghi dei comuni non capoluogo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Stabilito,
schematicamente, quali sono le <b>città</b>
e cos’è il <b>territorio</b>, è indubbio
che si tratti di realtà:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo3; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Courier New";">o<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">diverse
per dimensione, concentrazione di popolazione, edificazione e infrastrutture;
spazi, aree verdi e naturali, contenitori e contenuti, …;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo3; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Courier New";">o<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">con problematiche
gestionali e amministrative differenti per molti versi;<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo3; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Courier New";">o<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">con esigenze di
conduzione, di cure e investimenti affatto simili;<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo3; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Courier New";">o<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">persino
atteggiamenti e mentalità dei residenti, pur formati dagli stessi curricola scolastici e distratti dagli stessi media (televisione in primis), palesano
qualche differenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Non di meno le due
realtà, <b>città e territorio, sono
indissolubili e complementari, </b>reciprocamente indispensabili per la qualità
di vita di tutta la popolazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">E’ interesse di tutti
(ovunque residenti) che:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l5 level1 lfo4; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">la città</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"> realizzi, si doti,
sviluppi, organizzi, gestisca, <b>offra,</b>
…, i servizi, i contenitori e i contenuti che possono essere localizzati solo
in un contesto urbano di una certa dimensione…;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l5 level1 lfo4; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">il territorio</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"> realizzi, si doti,
sviluppi, organizzi, gestisca, <b>custodisca</b>,
…, quanto rende possibile la fruizione dell’immenso e insostituibile
patrimonio, naturale e antropizzato, diffuso...;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.85pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l5 level1 lfo4; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">in entrambe le realtà</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"> si attuino politiche e <b>pratiche amministrative</b>, di erogazione
dei servizi, di investimenti e gestionali <b>specifici</b>
e, quindi, <b>opportunamente differenziati.</b>
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Non è la stessa cosa <b>amministrare</b> <b>una città o il territorio</b> e pure abbiamo bisogno di <b>città e comunità extraurbane gestite entrambe
in modo ottimale</b>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Abbiamo l’esigenza di
ottimizzare la gestione delle due realtà, nell’interesse di tutti, perseguendo
uno <b>sviluppo armonico e complementare</b>.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">In alcune regioni europee ciò è realtà</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">. <b>A queste bisogna guardare per adottare adattando.<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">RAPPORTO AMMINISTRATIVO
TRA CITTA’ E TERRITORIO, DUE MODELLI BASE<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Non bisogna farsi distrarre dalle infinite varianti
possibili. Il rapporto istituzionale tra la città e il territorio ha due soli
modelli base:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-size: 14.0pt;">-<span style="font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">il modello centralistico</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"> (franco-napoleonico)
accentrato su un capoluogo, al quale il territorio è sottoposto, sino a perdere
persino la sua denominazione, per assumere quella della città. E’ importante
ricordare che, con la “Grande riforma territoriale” del 2014, voluta dal
presidente Hollande, la Francia stessa sta abbandonando il modello
centralistico (soppressione dei consigli provinciali entro il 2020) e ha introdotto le “intercomunalità” e le
“comunità di comuni” istituzioni che si rifanno al modello alternativo descritto qui sotto;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-size: 14.0pt;">-<span style="font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">il modello federalistico </span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">(renano-danubbiano) che
pone sullo stesso piano le comunità grandi e piccole; realizza l’ente di
maggiore dimensione con la federazione degli enti minori che lo costituiscono; <b>non sottopone il territorio alla città,
riconoscendo necessaria la distinzione tra i grandi centri urbani e i centri
minori</b>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Il modello centralistico </span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">tende inevitabilmente ad accentrare le
risorse e le attenzioni nel capoluogo, con un doppio esito negativo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-size: 14.0pt;">-<span style="font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">abbandono, spopolamento,
depauperamento del territorio</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">; distruzione di valore (patrimonio abitativo,
infrastrutturale e culturale abbandonato); <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-size: 14.0pt;">-<span style="font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">inurbamento eccessivo e
repentino</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">
della popolazione, espansione delle periferie e scadimento della città e della
qualità di vita (inquinamento, traffico, rumore); <b>duplicazione dei costi </b>(edificazione e infrastrutturazione in
sostituzione di quanto abbandonato).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Questi fenomeni sono stati particolarmente marcati nella
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">; molto più che nella regione ordinaria Veneto,
per esempio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Il territorio, dalla
montagna alla bassa friulana, dai borghi alle cittadine già fulcro del
policentrismo regionale (Tolmezzo, Gemona, Cervignano, Spilimbergo, Maniago, …)
ha avuto scarse attenzioni e poche risorse. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">E i risultati si vedono</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">! Basta guardare gli andamenti demografici
dei comuni del territorio. Lo spopolamento – si badi bene – è l’effetto (delle
disattenzioni) e non la causa del mancato sviluppo. Cui fa riscontro la caotica
espansione delle città regionali. Grandi periferie senza pregio cingono
d’assedio quelli che erano splendidi centri urbani, a misura d’uomo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<b><i><span style="background: white; font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">UN
MODELLO FEDERALISTICO PER L’ORGANIZZAZIONE DEGLI ENTI LOCALI<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">E’il
modello vigente (con pochissime differenze sostanziali) in Germania, Svizzera,
Austria, Province Autonome di Trento e Bolzano. Posto che come ovunque il
Comune è l’istituzione di base questo modello prevede che l’ente immediatamente
superiore (intermedio tra comune e regione/provincia/land/cantone):<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l3 level1 lfo5; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><span style="background: white; font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">abbia caratteristiche di omogeneità geo-orografiche,
socio-economiche, storico-culturali;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l3 level1 lfo5; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><span style="background: white; font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">abbia un’ampiezza sufficiente per erogare servizi e
pianificare sviluppo e investimenti;</span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l3 level1 lfo5; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="background: white; font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">sia costituito da un’aggregazione di comuni con prerogative
federalistiche (delega di funzioni e non cessione di competenze; pari dignità
degli aderenti; …)</span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l3 level1 lfo5; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="background: white; font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">sia costituito tra “pari” ovvero <b>operando la separazione dei grandi centri urbani e non sottoponendo a
questi i territori circostanti</b>;</span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l3 level1 lfo5; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><b><span style="background: white; font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">sia
collegio per l’elezione dell’ente superiore</span></b><span style="background: white; font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">, per la certezza della
rappresentanza in esso;</span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l3 level1 lfo5; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="background: white; font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">goda di autonomia e reale facoltà di scelta nelle materie
assegnate;</span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l3 level1 lfo5; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><span style="background: white; font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">sia finanziato con parametri certi, in base a popolazione
residente, estensione territoriale, imposte raccolte, singolarmente o in
combinazione, secondo i capitoli di spesa.</span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="background: white; font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Questa
organizzazione degli enti locali è stata il fattore determinante (anche se non
unico) dell’armonico sviluppo riscontrabile nei paesi e province citati.
Laddove i fenomeni di depauperamento - evidenti in vaste porzioni del FVG - non
ci sono stati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">ADOTTARE, ADATTANDO, IL
MODELLO FEDERALISTICO “RENANO-DANUBBIANO”<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">La regione FVG è molto
complessa, per nulla omogenea, ricca di diversità</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">. Non di meno, anzi a
maggior ragione, il Sistema Regione – Autonomie locali deve essere: adeguato,
efficace, efficiente, equivalente, sostenibile, affidabile, introducibile,
condiviso.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Questi requisiti, <b>tenuto conto della complessità</b> detta,
possono essere assicurati solo da <b>un’organizzazione
di tipo federalistico</b>, lungamente sperimentata e affinata nel tempo con una
serie di ritocchi: <b>IL MODELLO RENANO –
DANUBBIANO</b>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">In sintesi l’introduzione del modello “renano-danubbiano” in
Regione prevede:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-size: 14.0pt;">-<span style="font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">la
costituzione di <b>aggregazioni di comuni
territoriali compatte e omogenee</b> (da 20 a 25);<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-size: 14.0pt;">-<span style="font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">il
riconoscimento di <b>4/5</b> <b>città extraterritoriali</b> con le
competenze delle aggregazioni;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-size: 14.0pt;">-<span style="font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">la
<b>fusione di comuni esclusivamente su base
volontaria</b> <b>e l’assenso di ciascuno</b>;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-size: 14.0pt;">-</span><span style="font-size: xx-small;"> </span><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">la
costituzione volontaria di <b>sovra-ambiti
di scopo</b>, per la gestione delle problematiche specifiche comuni a più <b>aggregazioni</b>, anche non contigue.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Le <b>4 città extraterritoriali</b>, avranno le medesime competenze delle
aggregazioni, in pratica saranno un ente intermedio monocomunale (come le città
di Germania e Austria e Bolzano stessa); sindaco e giunta, avranno – oltre che
i poteri comunali –quelli del presidente e della giunta delle aggregazioni. Per
quanto sopra gli enti intermedi risulteranno dalla somma delle aggregazioni
territoriali e delle città extraterritoriali: 24-29.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">La compresenza di <b>aggregazioni</b> <b>territoriali, città extraterritoriali e sovra-ambiti di scopo </b>prefigura
una forma di <b>organizzazione a matrice</b>,
l’unica che permette di gestire efficacemente la complessa situazione del
Friuli Venezia Giulia, <b>senza sacrificare
alcune comunità e porzioni di territorio</b>; in essenza, senza ledere i
principi della<b> democrazia</b>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">IL MODELLO APPLICATO AL
FRIULI OCCIDENTALE <o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">L’ipotesi di base prevede
di partire dalle aggregazioni storicamente riconosciute e condivise dalla
popolazione residente: i mandamenti; tenendo conto anche dei mutamenti,
socio-economici e demografici, avvenuti negli ultimi decenni:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l1 level1 lfo6; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">aggregazione
dei comuni dell’<b>Azzanese</b> (del Sile)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l1 level1 lfo6; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">aggregazione
dei comuni del <b>Maniaghese</b> (delle
Dolomiti friulane)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l1 level1 lfo6; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">aggregazione
dei comuni del <b>Sacilese</b> (del
Livenza)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l1 level1 lfo6; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">aggregazione
dei comuni del <b>Sanvitese</b> (della
destra Tagliamento)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l1 level1 lfo6; tab-stops: list 35.0pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">aggregazione
dei comuni dello <b>Spilimberghese</b>
(delle Prealpi friulane)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 72.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level2 lfo1; tab-stops: list 72.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Courier New";">o<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Città di Pordenone</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;"> (ente intermedio mono
comunale, <b>come Bolzano</b>)</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 72.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level2 lfo1; tab-stops: list 72.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<span style="font-family: Garamond, serif; font-size: 14pt;"> in alternativa:</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 72.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l4 level2 lfo1; tab-stops: list 72.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Courier New"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Courier New";">o<span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 7pt; font-stretch: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal;"> </span></span><b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Aggregazione del Noncello
</span></b><span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">(a 3:
Pordenone-Cordenons-Porcia, <b>come Trento</b>)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Garamond",serif; font-size: 14.0pt;">Ovviamente si può e si
deve ragionare su possibili aggiustamenti e alternative ma motivate e …
ragionevoli. In ogni modo, nei casi dibattuti <b>la parola va ai cittadini che decidono con referendum</b>. Questa, che
tocca il senso di appartenenza di ciascuno, <b>non è materia di delega in bianco!<o:p></o:p></b></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-28545764575362029302016-01-25T02:20:00.002-08:002016-01-25T02:23:46.224-08:00UNA CARTOLINA DAL LAGER <div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 16pt;">La storia di un
giovane militare italiano prigioniero nel campo di Görlitz.<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 16pt;">Dove fu prigioniero
il musicista francese <i>Olivier Messiaen <o:p></o:p></i></span></b></div>
<div style="text-align: center;">
</div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 16pt;">che vi compose il “<i>Quatuor pour la fin du Temps”.</i><o:p></o:p></span></b></div>
<span style="background-color: #f3f3f3;"><br /></span>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggFe0sJABrx26tCPwFc7skAzPQ6Wzknhv05G0vMj6gOHQDCgW3AZFxYVIs4f5uUVU1GMnDWm0evtNcn-gVsbZ2IVSPlchAOfU3XfqkPQfKCgr-LXL46GEObdmpC4PSMISISj79Arv2fWg/s1600/GoerlitzStalagVIIIKonzertplakat.jpg" imageanchor="1" style="background-color: #f3f3f3; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEggFe0sJABrx26tCPwFc7skAzPQ6Wzknhv05G0vMj6gOHQDCgW3AZFxYVIs4f5uUVU1GMnDWm0evtNcn-gVsbZ2IVSPlchAOfU3XfqkPQfKCgr-LXL46GEObdmpC4PSMISISj79Arv2fWg/s400/GoerlitzStalagVIIIKonzertplakat.jpg" width="282" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: #f3f3f3;">La locandina della prima eseguita nel campo di prigionia</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<span style="background-color: #f3f3f3;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 14pt;">Quel 27 novembre 1943, il postino di Tramonti di Sotto
cambiò il giro di distribuzione e s’infilò, prima di ogni cosa, nel portone
della<i> Palcodana</i>, in via Manzoni. Teneva
già in mano una cartolina, attesa, in una delle case del cortile, con
sentimenti contrastanti di speranza e di apprensione. Egli conosceva bene i
vari tipi di cartoncini, color seppia o carta da zucchero, che recapitava alle
famiglie in quegli anni di guerra. Vi erano quelli del Distretto Militare, che
annunciavano un caduto o un disperso e che gettavano nella disperazione le
famiglie, soprattutto le donne: madri, sorelle, mogli, promesse. Poi quelli
della Croce Rossa Italiana, più interlocutori, che qualche speranza la lasciavano,
anche se spesso risultava vana. Questa, scritta l’undici novembre, spedita il diciassette
e giunta a Tramonti dieci giorni dopo, era diversa: una “<b><i>Kriegsgefangenenpost</i></b>”,
ovvero una corrispondenza dei prigionieri di guerra, giunta “in porto franco” dal
<b><i>M-Stammlager
VIII A</i></b><i> – Deutschland</i>. Non
fossero tragiche le circostanze e sciagurate le ragioni di questi documenti, se
ne potrebbe – ancora oggi – notare la precisione teutonica. Destinataria: <i>Signora Miniutti Maria; </i>luogo di
destinazione: <i>Tramonti di Sotto, Via
Manzoni N° 93 (Pa Udine)</i>; mittente: <b><i>Rugo Elio</i></b>. Il frontespizio, come il
testo sul retro, erano scritti in una stessa bella calligrafia; il “<b><i>Gefangenennummer</i></b>”
(numero del prigioniero), invece, era chiaramente scritto da altra mano, meno
distesa, più apprensiva, quasi a marcare l’infamia di chi aveva introdotto e
gestiva questo sistema numerario. In quel tragico novembre il giovane
(diciannove anni compiuti da poco), rinchiuso nello Stammlager, scriveva ed era
lui a dare forza e conforto: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 14pt;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZaHJFSSSYoV_Iqe38IpDPNrAkxj3Q9Fwnnr053GNXgqoxbK70ZK_O2oQLIBqI2rGAz_GFV_6ZUmPJWJjTz8kkGBdeXNKo5stXwo-2U9uYfVXV6PUlHuNCrLAa-WPZ60MPoVRvr0ZwvVw/s1600/Image0181.JPG" imageanchor="1" style="background-color: #f3f3f3; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZaHJFSSSYoV_Iqe38IpDPNrAkxj3Q9Fwnnr053GNXgqoxbK70ZK_O2oQLIBqI2rGAz_GFV_6ZUmPJWJjTz8kkGBdeXNKo5stXwo-2U9uYfVXV6PUlHuNCrLAa-WPZ60MPoVRvr0ZwvVw/s400/Image0181.JPG" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: #f3f3f3;">Fronte e retro della cartolina spedita dal campo di prigionia tedesco</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3;"><span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;"></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV8hR9ri5QwAWE9NiEE9scA-16Hy3EcdeE2dLjppHeDwGll7f6Vtgk8mzudQqd4MNX2vU2N_TzAla21fELd40WhD0Rzwx_8u0LxHB0y8E-CElLlWDMbgiMiuM3RW6tund6vLu-3lsKWVs/s1600/Image0182.JPG" imageanchor="1" style="background-color: #f3f3f3; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="257" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhV8hR9ri5QwAWE9NiEE9scA-16Hy3EcdeE2dLjppHeDwGll7f6Vtgk8mzudQqd4MNX2vU2N_TzAla21fELd40WhD0Rzwx_8u0LxHB0y8E-CElLlWDMbgiMiuM3RW6tund6vLu-3lsKWVs/s400/Image0182.JPG" width="400" /></a></div>
<span style="background-color: #f3f3f3;"><br /></span>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 14pt;">“<b>Carissima Mamma ti faccio sapere che io sto
bene, così spero sia anche di te, Sorella e Nonna. Mi farete sapere come vi
trovate voi tutti. Nel rimanente foglietto scrivetemi come vi trovate.
Informatevi se si può mandarmi un pacco, mandatemi fumare e mangiare e
calzetti. Datevi coraggio e non pensate di me. Resto salutandoti Te, Nonna e
Sorella, tanti baci tuo figlio Rugo Elio</b>”.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 14pt;"><br /></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 14pt;">Elio
era stato chiamato alle armi l’otto settembre 1942, aveva compiuto diciotto
anni da appena tre mesi. Esattamente un anno dopo, 8 settembre 1943, l’Italia
firmò la pace separata con gli alleati e giusto il giorno appresso, il 9
settembre, egli fu catturato prigioniero dai tedeschi a Gorizia e internato in
Germania. Con un commilitone, al concitato “rompete le righe”, si era buttato per
il Natisone con l’intento di guadarlo e prendere la strada di casa. Sennonché,
i tedeschi – sull’avviso da giorni, al contrario dei comandanti italiani - li
intercettarono immediatamente. Al rabbioso: “<b><i>Stopp auffangen</i></b>”, Elio si
fermò alzando le mani. L’amico, invece, tentò una fuga disperata. Una raffica
di <i>MP40</i> lo colse in mezzo alla
corrente e, ancora, il fiume si tinse di sangue. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 14pt;"><br /></span></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnnqofKSWtX4nVtBP94IjfxuP43HtDomJCR8nH8m12CN9u-d9oZYiv5IiS95crz7Yie9oQ0M7br9CSSLM7XB2tfPskn1vYuziSULtje9zFZ7stZ17wbHUdTgnefmjni6ufXjogt3jgng0/s1600/Image0128.JPG" imageanchor="1" style="background-color: #f3f3f3; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnnqofKSWtX4nVtBP94IjfxuP43HtDomJCR8nH8m12CN9u-d9oZYiv5IiS95crz7Yie9oQ0M7br9CSSLM7XB2tfPskn1vYuziSULtje9zFZ7stZ17wbHUdTgnefmjni6ufXjogt3jgng0/s400/Image0128.JPG" width="251" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="background-color: #f3f3f3;">Rugo Elio chiamato alle armi nel 1942 a 18 anni e fatto prigioniero il 9 settembre 1943</span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-size: 10pt;"><br /><!--[endif]--></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 14pt;">Da allora, a Tramonti, nulla
si era saputo di lui, sino a novembre quando fu recapitata la cartolina. Non
sappiamo con quali sentimenti venne accolta, ma c’è da augurarsi che allora non
si sapesse cosa stava accadendo in Germania e cosa significasse <b><i>M-Stammlager</i></b>.
Anche se ora sappiamo che questi campi, gestiti dall’esercito e destinati agli Internati
Militari Italiani, erano diversi da quelli di sterminio, ma lo erano anche da
quelli destinati ai prigionieri di guerra. Agli italiani, infatti, i tedeschi
non riconobbero lo status di prigioniero in modo da giustificare, nei loro
confronti, l’esclusione dai diritti riconosciuti dalla Convenzione di Ginevra. Le
condizioni nei campi erano durissime e gli internati italiani furono messi al
lavoro coatto. L’orario settimanale era in media di 57,4 ore e nelle miniere di
52,1 (circa nove ore giornaliere). Dei circa 650.000 internati (800.000 secondo
altre fonti) da 40 a 50.000 perirono nei <b><i>lager</i></b>: 10.000 per la durezza e la
pericolosità del lavoro, 23.000 per malattie e malnutrizione, 2.700 a causa dei
bombardamenti alleati, 5-7.000 perirono sul fronte orientale e 4.600 furono le
esecuzioni capitali, comminate dai tedeschi anche per motivi risibili o per
mera rappresaglia. Elio stesso raccontò di essere scampato alla forca,
installata nella spianata dell’appello, solo in ragione della sua corporatura
minuta che lo faceva sembrare ancor più giovane dei diciannove anni che aveva.
Motivo della sentenza: la raccolta di bucce di patata dai rifiuti delle cucine.
Raccontava anche di aver potuto resistere e sopravvivere grazie alle bucce e
qualche pezzetto di pane che gli serbava e passava attraverso la rete delle due
sezioni, maschile e femminile, una giovane prigioniera russa: un altro piccolo
esempio di come nemmeno l’inferno in terra, com’è stato giustamente definito il
<i>lager</i>, può sopprimere l’essenza
umana. Nell’agosto del 1945, quando, a quattro mesi dalla fine della guerra, i
prigionieri furono definitivamente liberati, i due giovani si incamminarono
insieme verso sud nell’intento di raggiungere l’Italia. Approssimandosi al
Friuli, Elio raccolse la voce che Tramonti di Sotto era stata bruciata dai
tedeschi per rappresaglia e che molti abitanti vi erano periti. Il nuovo
durissimo colpo, il timore di non ritrovare la casa e i parenti, lo indussero a
separarsi dalla giovane russa e proseguire da solo con i più tristi presagi.
Scoprì più avanti che il paese bruciato era Forni di Sotto e non Tramonti, un
malinteso che aggiunse altre pene a chi già tanto aveva sofferto. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 14pt;">Lo <b><i>Stammlager
VIII A</i></b>, situato a <b><i>Görlitz</i></b>, nel sud-est della Germania,
era già stato liberato dai sovietici, durante la loro avanzata, il 14 febbraio
del 1945. Qui erano stati concentrati anche dei prigionieri russi, 12.000 dei
quali vi avevano trovato la morte. Per questo, il comando russo fu irremovibile
e il <b><i>Kapò
</i></b>fu giustiziato immediatamente con la forca issata da lui stesso nella spianata
dell’appello. La corda era già stata ritirata, toccò al prigioniero più giovane
issarsi sulla trave e rimetterla in sede. Al resto pensarono i prigionieri più
anziani e i liberatori. I tempi e le circostanze non permisero esiti diversi. Il
proseguio della guerra sino a maggio e la complessa situazione che ne seguì
costrinsero gli ex prigionieri del campo a rimanere in Germania sino ad agosto,
quando finalmente poterono intraprendere la via di casa, ove cercare di
dimenticare la dura esperienza vissuta e riannodare i fili di una vita segnata
da eventi così laceranti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 14pt;">In precedenza, tra il 1940 e il 1941, quando la guerra –
sempre inumana - non era ancora, un’immane e orribile tragedia, il campo di <i>Görlitz </i>aveva ospitato dei prigionieri francesi.
Il comandante di allora, appassionato di musica, saputo che tra di essi vi era
un certo <b><i>Olivier Messiaen</i></b>, musicista e compositore, si adoperò perché
questi potesse tenere un concerto nel campo. Per l’occasione il maestro compose
un’opera del tutto nuova, il <b><i>Quatuor pour la fin du Temps</i></b><i>, </i>capolavoro allegorico in omaggio
all'Angelo dell'Apocalisse, che alza la mano verso il cielo dicendo: "<i>Non ci sarà più il Tempo</i>". Il Quartetto
per la fine del Tempo, composizione da camera, è considerato uno dei più alti
esempi di musica del ventesimo secolo. E’ un’opera con precisi e profondi
riferimenti religiosi, filosofici e tecnici (musicali). Il concerto cameristico
fu eseguito la prima volta il 15 gennaio del 1941, sotto la neve e in
condizioni inimmaginabili, di fronte a tutti i prigionieri dello <i>Stalag VIII A</i> radunati in un piazzale
gelato. Gli altri musicisti a eseguire il <i>Quatuor</i>
con Messiaen furono: Henri Akoka (clarinetto), Jean Le Boulaire (violino) e
Étienne Pasquier (violoncello). I nazisti riuscirono a procurare per Pasquier
un violoncello con tre sole corde e il pianoforte su cui suonò Messiaen era
talmente vecchio e malmesso che i tasti, una volta premuti, restavano
abbassati. Ci piace credere che l’eco della musica abbia aleggiato a lungo
sulle baracche del campo e recato conforto al giovane Elio e con lui a tutti
gli uomini e le donne che vi hanno sofferto la prigionia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 15pt; margin-bottom: 12pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 14pt;">Tutto
questo non si sapeva <i>tal curtîf da la
Palcodana, </i>a Tramonti di Sotto, in quel novembre del ’43. Né si sapeva da
dove arrivasse quella cartolina, se non dalla Germania, nome che già incuteva
timore. Per le tre donne, Madre, Nonna e Sorella, la cartolina riportava la
speranza del ritorno che si sarebbe concretizzato solo due anni più tardi. Ora
sappiamo che <i>l’M-Stammlager VIII A</i> era
un campo di prigionia base, situato a <i>Görlitz</i>,
una cittadina vicino a Dresda nel sud-est dell’attuale Germania, ai confini con
la Polonia e la Repubblica Ceca. Il campo, recintato con il filo spinato, era
costituito da baracche di legno che ospitavano le cuccette a castello per i
prigionieri. Progettato per 15.000 “ospiti”, ve ne furono ammassati anche
47.000. Come ricordato, nelle varie fasi della guerra, vi furono concentrati
prigionieri francesi, polacchi, inglesi, russi e infine gli IMI (Internati
Militari Italiani). Attualmente <i>Görlitz</i>
è una città di 57.000 abitanti, la sua bellezza è dovuta alla graziosa armonia
di stili architettonici: un insieme di palazzi gotici, rinascimentali, barocchi
e <i>Art nouveau</i>. Il campo di prigionia
è stato completamente demolito, solo una stele ne ricorda il sito e le sofferenze
dei reclusi e, naturalmente, le note di Messiaen con l’ammonimento dell’Angelo
dell’Apocalisse: “<b><i>Non ci sarà più il Tempo</i></b><i>”</i>;<i> </i>almeno per questo no, speriamo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 15pt; margin-bottom: 12pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #f3f3f3; font-family: "garamond"; font-size: 14pt;">La
guerra era finita da alcuni mesi, chi ne era scampato aveva fatto ritorno,
c’era voglia di dimenticare, di ricominciare a vivere. La brezza di primavera
aveva attutito l’eco della battaglia sul monte Rest, le voci secche dei
caucasici e dei tedeschi durante i rastrellamenti. Il sole d’estate aveva
asciugato il sangue dei martiri di Palcoda, fucilati contro il muro del piccolo
cimitero dietro la chiesa di Tramonti di sotto. Restava il dramma dei dispersi,
degli internati di cui ancora non si sapeva nulla; tra questi Elio sempre
atteso dalle “<i>Carissime Manna, Nonna e
Sorella</i>”. E, ad agosto, senza preavviso, egli tornò. A stento fu
riconosciuto quando giunse in <i>Plazzoleta</i>,
all’ingresso del paese. Poi la voce corse fulminea per il borgo e tutti si
riversarono <i>tal curtîf da la Palcodana</i>
(la cara Nonna di Elio) per riabbracciare e festeggiare il reduce. Poche furono
le domande ed evasive le risposte sugli anni della prigionia: bisognava farsene
una ragione, magari dimenticare. Più avanti negli anni, invece, Elio cominciò a
raccontare perché, come diceva: “<b><i>doveis savê</i></b>”. <b>Dobbiamo sapere e
dobbiamo ricordare.</b><o:p></o:p></span></div>
<span style="background-color: #f3f3f3;"><br /></span>
<div class="MsoNormal" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial; background-repeat: initial; background-size: initial; line-height: 15pt; margin-bottom: 12pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 11pt;"><span style="background-color: #f3f3f3;"> Ubaldo Muzzatti</span><span style="background-color: white;"><o:p></o:p></span></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-25518504637372288972014-02-08T06:44:00.000-08:002016-01-28T03:18:46.873-08:00GIORNO DEL RICORDO<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6pt; text-align: left;">
<b><span style="font-family: "garamond";"><span style="font-size: x-large;">UNA FOIBA TRA I PASCOLI </span><span style="font-size: 16pt;"><o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6pt; text-align: left;">
<b><i><span style="font-family: "garamond";"><span style="font-size: large;">La fóus di Balanceta sul monte Cjaurleç in Friuli</span></span></i></b></div>
<div style="text-align: left;">
<b><i><span style="font-family: "garamond";"><span style="font-size: large;">Ricordo triste della narrazione di un "testimone"</span></span></i></b></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;">In Italia facciamo ancora fatica a rimarginare le ferite
della seconda guerra mondiale, soprattutto le lacerazioni degli ultimi venti
mesi, dall’otto settembre del 1943 al maggio del 1945. Ciò è dovuto al fatto
che non abbiamo saputo (o voluto) fare apertamente e completamente i conti con
la storia e tutte le vicende che in essa si sono succedute. Vicende che sono
affatto lineari e bensì molto intricate, a volte contraddittorie, spesso drammatiche.
Siamo pronti a riconoscere i crimini degli “altri”, connazionali o stranieri, e
commemorarne le vittime ma non amiamo ricordare le “nostre cadute” che pure ci
sono state. Tanto che molti tragici episodi che ci riguardano da vicino sono
ancora sconosciuti alla maggioranza degli italiani. E poco noti persino nei luoghi
dove sono avvenuti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;"> In questo
clima spesso è venuta a mancare persino la <b><i>pietas</i></b> per i caduti del fronte
avverso, a volte uccisi senza colpa e in modo orribile. A Castelnovo del
Friuli, in provincia di Pordenone, senza clamore, hanno dato dignità a tutti i
morti, per causa degli eventi bellici, di quella terribile stagione. Infatti, a
fianco dei soldati caduti nei primi anni del conflitto, sono riportati i dieci
partigiani immolati per la libertà e il riscatto dell’Italia, tra cui la
medaglia d’oro Virginia Tonelli, uccisa nella risiera di San Sabba a Trieste,
un deportato in Germania, due volontari garibaldini caduti nella guerra civile
spagnola e tre militi della R.S.I.. Alla guerra di liberazione, Castelnovo e
gli altri comuni della pedemontana occidentale friulana, hanno dato un
contributo di uomini, mezzi e sacrificio, eccezionale. Basterà ricordare che
una delle prime azioni della resistenza italiana avvenne a Paludea, sede
municipale del “paese che non c’è”, contro una colonna tedesca in transito; che
uno dei più importanti comandi partigiani era situato nel castello Ceconi di
Pielungo. Tra i martiri, trucidati dai nazifascisti, oltre alla Tonelli,
bisogna ricordare almeno il diciannovenne Primo Zanetti, impiccato alla torre
occidentale di Spilimbergo e il quindicenne Giovanni Missana, impiccato a un
lampione del suo paese, Valeriano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;"> Ai confini tra
Castelnovo del Friuli, Clauzetto, Tramonti di Sotto, Meduno e Travesio si trova
il monte Cjaurleç, in loco chiamato Turié. Su questa montagna, durante tutta la
resistenza trovarono rifugio e base d’azione le formazioni partigiane. Le
ragioni dell’acquartieramento si spiegano con la presenza di numerosi stavoli,
usati normalmente per la monticatura estiva, la relativa vicinanza ai centri di
pianura e alle vie di comunicazione e una discreta possibilità di difesa o
sganciamento in caso di attacchi e rastrellamenti. La montagna, che si affaccia
sulla pianura friulana, sopra Spilimbergo, è alta poco più di millecento metri,
ha una forma tondeggiante e, su declivi non ripidi, si stendono ampi pascoli.
Non di meno è insidiosa, per uomini e bestiame, a causa di alcuni inghiottitoi
carsici, chiamati <i>fóus. <o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;"> Su queste
cavità, durante gli ultimi mesi di guerra, cominciarono a circolare voci
inquietanti. Si diceva che vi fossero gettati i soggetti, civili o
belligeranti, “giustiziati” dai partigiani, per essere spie, delatori,
collaborazionisti, i primi; nemici o traditori i secondi. In quel drammatico
periodo, nella pedemontana spilimberghese, furono prelevati o catturati e poi
soppressi e occultati 38 civili, da parte di elementi armati qualificati o
sedicenti o supposti partigiani. Bisogna ricordare che dopo l’otto settembre
del ’43 circolavano liberamente molte armi e che negli ultimi mesi di guerra
“saltarono” sul carro della resistenza anche personaggi non esclusivamente
animati da spirito patriottico e senso civico. E’ certo, però, che il monte Cjaurleç,
dal dicembre del 1943 alla fine della guerra fu costantemente presidiato da
formazioni partigiane facenti parte del Corpo Volontari della Libertà.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;"> I corpi di 31
dei civili scomparsi furono progressivamente trovati, durante o subito dopo la
guerra, abbandonati nei boschi, sui pascoli o sotto pochi centimetri di terra.
Ne mancavano all’appello sette e le voci sul loro possibile infoibamento, sul
monte Cjaurleç, si facevano insistenti e circostanziate. Tanto che, nella
primavera del 1946, le Forze di Polizia Giudiziaria di Trieste, allora sotto il
Governo Militare Alleato, salirono sul monte e, dalla <i>fóus di Balanceta, </i>profonda 80 metri, recuperarono 11 salme. Sette
di queste, riconosciute, risultarono essere di civili “scomparsi” da Castelnovo
del Friuli (2), Travesio (4), Meduno (1). Di queste cinque erano donne, dai 23
ai 48 anni. Tra i quattro non riconosciuti c’erano sicuramente un militare
tedesco e un italiano repubblichino, degli altri due si è ipotizzato che
potessero essere civili non del luogo o anche partigiani giustiziati dai loro
colleghi per uno dei casi previsti dalle regole che si erano dati. Tra questi,
a seguito di una circolare emessa nel settembre 1944, dal comando del “Brigata
Garibaldi Tagliamento” figuravano anche le “fucilazioni erronee, senza
informazioni dei responsabili del terreno e senza capi d’accusa sufficienti”. Questa
circolare doveva essere motivata, e produsse il suo effetto, poiché dei 38
civili, di cui si è detto, solo 6 furono “prelevati” dal mese di ottobre 1944
alla fine della guerra. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNo0S8-G8rxcHwInz46hnD7QrmCjUVaiv3sWsIwSlikYrGUTgL6dvKGStZ_q_Je4ybvmz8hUsw8a65m16dOfRBHLz2Eany9yUBsdaDpoRM4tbvdD4uW3IVjExAhHNuhGR7I-W2lS8VZfo/s1600/Fous+di+Balancet.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNo0S8-G8rxcHwInz46hnD7QrmCjUVaiv3sWsIwSlikYrGUTgL6dvKGStZ_q_Je4ybvmz8hUsw8a65m16dOfRBHLz2Eany9yUBsdaDpoRM4tbvdD4uW3IVjExAhHNuhGR7I-W2lS8VZfo/s400/Fous+di+Balancet.JPG" width="298" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: justify;">La fòus di Balanceta sul monte Ciaulec - Travesio (Pn)</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;"> Chi volesse
conferme o maggiori dettagli, può leggere i libri del professor Guido Rumici e,
soprattutto, le ricerche pubblicate dall’Associazione Nazionale Partigiani
d’Italia e dall’Istituto per la Storia del Movimento di liberazione di Udine e
Pordenone. Chi vorrà, invece, salire alla <i>fóus
di Balanceta</i>, da Travesio per il borgo abbandonato di Praforte, vi troverà
sul ciglio una croce di legno con una targa che ricorda quanti, vi furono
gettati “forse ancora vivi” e auspica “che questo non accada più”. Tutti dobbiamo
sperare e soprattutto operare perché l’auspicio si avveri. Per il primo inciso,
invece, possiamo solo augurare che non sia stata possibile una simile atrocità,
ma alcuni elementi e qualche testimonianza fanno ritenere che almeno in un
caso, sul monte Ciaurlec, sia stata smarrita l’essenza umana. Io stesso ho
avuto occasione di ascoltare, casualmente, la ricostruzione di un infoibamento
da parte di uno dei “protagonisti”. Sono passati cinquant’anni, ma non ho mai
potuto dimenticare la crudezza di quel racconto, fatta al riparo delle amnistie
e degli indulti che si susseguirono dal 1946 agli anni Sessanta. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;">Era d’estate, con un gruppetto d’amici sedevamo ai tavoli
esterni di un bar di Travesio, che dà sulla piazza. In uno dei tavoli adiacenti
sedevano tre uomini, di cui uno, spavaldo (e Dio voglia bugiardo e mitomane),
recitava il ruolo del protagonista rispondendo alle domande che gli ponevano
gli altri due. Noi, poco più che adolescenti, non ci badavamo. Ma la mia
attenzione fu catturata quando l’uomo fece dei nomi di persone emigrate in
Venezuela e, tra queste, una di mia conoscenza. Dal discorso si capiva che lui
era rimpatriato perché “non aveva più nulla da temere”. Da qui il discorso girò
sulla guerra partigiana, alla quale aveva attivamente partecipato. Gli
interlocutori gli ponevano domande tipo: “Chi c’era quando fu fatto saltare il
treno? ...e la polveriera? …e dove eravate durante il rastrellamento del ’44?”.
Egli rispondeva con sicurezza e dovizia di particolari. Finché, abbassando la
voce, uno gli chiese: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;">“<i>E quanch’o veis cjapade la siore …, eristu ancje tu?” . <o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;">“Po’ sigûr</span></i><span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;"> – rispose l’interrogato – <i>o jerin jò, ..., ... e ...”. <o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;">“E cemût ise lade?”<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;">“L’avin puartade su
in Turié e butade ta la fóus di Balanceta.”<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;">“Vive?”<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;">“Po’ sigûr, ma a ê
restade picjade pa’ la cotule t’une crete”.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;">“E po’ dopo?<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;">“E â pigulât par
tre dìs e po’ a no si ê sintût plui nuje!”<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;">Poi tacquero tutti. Anche noi ragazzi. Era d’estate verso
sera, dal Cjaurleç calava la brezza…<i><o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;"> </span><a href="mailto:umuzzatti@gmail.com" style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">umuzzatti@gmail.com</a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 10.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond";">"- E quando avete catturato la signora..., c'eri? </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond";"> - Sicuro, eravamo io, ..., ... e....</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond";"> - E come è andata?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond";"> - L'abbiano portata sul monte Ciaurlec e buttata nella foiba...</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond";"> -Viva?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond";"> -Sicuro, ma è rimasta impigliata per la gonna in uno sperone di roccia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond";"> -E poi?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond";"> -..... .... .... .... .... .... e poi non si è udito più nulla! "</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "garamond"; font-size: 14.0pt;"><br /></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-70894767295029418662014-01-19T07:46:00.001-08:002014-01-19T07:46:56.777-08:00UN MONITO PER I GIORNALISTI E GLI OPERATORI DELL'INFORMAZIONE<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-bottom: 12.0pt; text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 16.0pt; line-height: 150%;">Il richiamo di
Papa Francesco per un’informazione corretta<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 120%; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">In
uno scritto precedente mi sono soffermato su “<b>La lezione di Papa Francesco alla politica italiana</b>”. L’udienza
concessa ai dirigenti e dipendenti della RAI, in occasione della ricorrenza dei
sessant’anni di avvio delle trasmissioni televisive, ha dato occasione al Papa
di dare una lezione anche ai giornalisti e a tutti gli operatori
dell’informazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 120%; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify; text-indent: 17.0pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">Una lezione racchiusa in due precise parole: “<b>Informare e formare</b>”. Il Papa, infatti,
rivolgendosi al personale RAI, si è soffermato sull’importanza dell’informazione
e su come questa, quando è corretta e completa, abbia un valore formativo. Tanto
che sostituendo la congiunzione con il verbo, si può affermare che “<b>informare è formare</b>”. Ciò, nonostante
che le due azioni abbiano significato e contenuti diversi e tra i due passi
almeno la differenza che c’è tra il leggere e lo studiare. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 120%; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify; text-indent: 17.0pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">Non vi può essere dubbio che una corretta informazione da
parte degli organi a larga diffusione, stampa e radiotelevisione prima di
tutte, concorre in modo determinate alla formazione dell’opinione pubblica,
all’accrescimento della coscienza civica e all’esercizio della democrazia. Gli
organi d’informazione, prima ancora di essere “il cane da guardia”, possono
essere “il cane da pastore” o meglio “il cane
guida” della democrazia. Ovvero i mezzi che devono accompagnarci,
segnalandoci per tempo gli ostacoli, piccoli e grandi, sino ai baratri,
lasciando a noi la decisione su quale direzione intraprendere. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 120%; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify; text-indent: 17.0pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">I manuali ci dicono che l’informazione deve essere “<b>esatta, completa, tempestiva</b>”.
Nonostante l’abbondanza e la potenza dei mezzi è assai difficile che la massa d’informazioni
che abbiamo tutti i giorni risponda in pieno ai tre requisiti fondamentali
citati. Ai quali a volte si aggiunge il quarto: “<b>Inequivoca</b>”. Data l’evoluzione dei mezzi tecnici a disposizione, se
l’informazione non è sempre esatta, completa, tempestiva e inequivocabile le
ragioni e le responsabilità non possono che essere “umane”, ovvero insite in
carenze e scelte degli operatori del settore. Distribuite, ovviamente, secondo
i livelli ricoperti; ruoli e responsabilità del praticante sono diversi da
quelle del direttore responsabile e dell’editore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 120%; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify; text-indent: 17.0pt;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">Docere, Movere, Delectare</span></i></b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">, erano per la
retorica le ragioni essenziali di un discorso orale o scritto. E sono ancora le
motivazioni della comunicazione, quale che sia il mezzo e la forma con cui si
comunica. Perché si parla, si scrive, si comunica qualcosa? Per uno, due, o tutti
tre i motivi suddetti. A parte il <b>dilettare/divertire
</b>che tanta parte ha nei media attuali, la differenza la fanno il <b>docere</b> (insegnare, in-formare, mettere
al corrente, nella condizione di sapere e, quindi, di ragionare, di operare, …)
e il <b>movere </b>(spostare, attrarre,
tirare a sé e, quindi, convincere, …). Ecco che l’informazione giornalistica,
soprattutto degli organi liberi, dovrebbe prima di tutto <b>docere</b>, tanto meglio se in modo piacevole, solo dopo, alla luce
della conoscenza più ampia, <b>movere </b>al
bene e al giusto. La preminenza del <b>movere
</b>era (ed è ancora) lo scopo, più o meno dichiarato, degli organi d’informazione
di parte.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 120%; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify; text-indent: 17.0pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;"> In Italia abbiamo
un grande problema politico che si trascina da anni e che ci ha portati
sull’orlo della bancarotta. Una domanda lecita potrebbe essere: Sarebbe stata
possibile una deriva di tale entità se avessimo avuto un’informazione corretta?
La risposta è: no. Nonostante non siano mancati, e non manchino, degli ottimi
giornalisti e delle buone testate. Ecco perché ha fatto bene Papa Francesco a
richiamare il personale della RAI, e con esso tutto il sistema
dell’informazione, a una seria riflessione sul proprio ruolo e sul modo in cui
viene portato avanti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 120%; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify; text-indent: 17.0pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;"> <a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 120%; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify; text-indent: 17.0pt;">
<br /></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-53298858263688012482014-01-09T06:01:00.000-08:002014-01-09T06:01:19.491-08:00LE PICCOLE AZIENDE DI FRONTE ALLA GLOBALIZZAZIONE<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Nel
mercato globale c’è ancora spazio per la piccola impresa italiana e l’artigianato?<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Intervista di Luigi
Scian a Ubaldo Muzzati “Voce civica”<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 120%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">Ubaldo Muzzati ,
perito industriale, sessantaquattrenne ora in pensione, residente a Cordenons, ha iniziato la sua attività
lavorativa nel 1970. Nei primi quindici
anni ha lavorato con diverse aziende italiane ed estere tra cui la Zanussi, la
Siplast Italiana, La Valli Zabban Spa e
la Texas Refinery Corporation quasi
sempre in qualità di direttore tecnico e responsabile produttivo, per poi
intraprendere dal 1986 e fino alla pensione, l’attività di consulenza aziendale
di organizzazione e progettazione aziendale. Ha operato con diversi paesi
esteri tra cui, USA, RUSSIA, CINA, FRANCIA, BELGIO SPAGNA,SVEZIA, DANIMARCA,
etc. oltre che ovviamente con diverse realtà italiane.<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">Lo incontro un venerdì mattina in piazza
a Cordenons per un’analisi e un contributo, data la sua notevole esperienza nel
settore, sulla crisi delle nostre
piccole e medie imprese e sulle possibilità di superare l’attuale momento. Ecco
le domande e le sue risposte. <o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">D. Lei che ha fatto da consulente
organizzativo e produttivo, per molti anni, a molte piccole aziende
manifatturiere della nostra zona, come ha trovato, professionalmente parlando,
i nostri imprenditori? Quali sono i pregi e quali sono state le necessità o le
carenze del nostro imprenditore, che ha riscontrato nell'ambito della sua
attività di consulenza?<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">R. Ho sempre
trovato gli imprenditori della nostra zona competenti e attenti agli aspetti
tecnici; con buone capacità di sviluppare il prodotto, l’impiantistica
necessaria e di organizzare la produzione. Ho riscontrato poi una notevole
vocazione a ideare e realizzare soluzioni appropriate e, spesso, innovative,
tanto di prodotto quanto di processo. Buona parte delle nostre aziende
manifatturiere traggono origine proprio dalla competenza e inventiva tecnico-produttiva del fondatore.
Per contro, e non potrebbe essere altrimenti, ho riscontrato spesso carenze in
ordine all’analisi costistica e al controllo di gestione che si riverberava,
non di rado, negativamente sui margini di contribuzione e infine sul conto
economico e sullo stato patrimoniale dell’azienda. Mi pare, poi, di poter
affermare che gli imprenditori locali, grandi e piccoli e salvo eccezioni,
abbiano difficoltà nell’approccio e nel ricorso agli strumenti finanziari. Ma
la carenza principale, insita nel carattere stesso degli imprenditori friulani,
si riscontra in campo commerciale. Tutto bene finché operano direttamente in
ambito locale, ma quando la dimensione e la crescita impongono una strategia di
mercato, l’organizzazione di una rete di vendita, la pianificazione di azioni
di marketing, sono in pochi a farcela e non di rado questo passaggio è coinciso
con una trasformazione societaria, quando non con la cessione stessa
dell’azienda; in zona i casi sono molti, noti e meno noti.<o:p></o:p></span></b></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">D. Lei ha avuto contatti con diversi
imprenditori esteri avendo frequentato una decina di Stati dalla Cina agli
Stati Uniti, da alcuni Stati CEE alla Russia, etc. quali differenze ha
riscontrato tra le nostre imprese e quelle estere?<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">R. In effetti,
le esperienze e gli incontri sono stati tanti e molto diversi tra di loro in
relazione alle situazioni – affatto simili – dei paesi in cui mi sono trovato a
operare. Non possiamo semplicemente
paragonare imprese italiane ed estere, dobbiamo necessariamente collocare il
confronto in un’area più ristretta rispetto a singoli stati, visto che le
organizzazioni aziendali rispecchiano ancora le normative e le politiche
nazionali. Per esempio l’introduzione delle norme EN (European Norm) in tutti
gli stati della UE non ha ancora annullato le impostazioni teutoniche indotte
dalle norme DIN (Istituto normatore tedesco, analogo per funzioni all’ UNI in
Italia) che travalicavano di gran lunga
la Germania e che, però, non hanno mai scalfito il BSI anglosassone (BSI, Istituto
normatore inglese). Lo stesso si può dire a livello mondiale per le ISO
(Istituto normatore internazionale); l’unificazione e la globalizzazione sono
fenomeni in corso ma non certo conclusi.<o:p></o:p></span></b></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">Tornado alla
domanda, posso rispondere citando alcune delle cose che più mi colpivano, nelle
aziende in cui mi sono trovato all’estero, proprio perché differenti rispetto a
quanto vedevo in Italia. Sono stato dipendente di una grande azienda francese
nei primi anni Ottanta, subito dopo aver lasciato una grande azienda italiana e
locale. Più di tutto mi sorpresero le relazioni sindacali (o industriali che
dir si voglia), la maturità del sindacato francese, capace di mettere in
ginocchio anche lo Stato all’occorrenza, ma che se, per fare un esempio, un
lavoratore non faceva il proprio dovere, come stabilito dagli accordi, lo
riprendeva più e prima dell’azienda. Dubito che ancora oggi sia così in Italia.
In Francia ho compreso l’importanza del controllo dei costi, per loro il “<i>prix de revient</i>” è imprescindibile. Nulla
si fa senza aver calcolato preventivamente ed esattamente i costi di produzione
e di distribuzione di ogni bene o servizio, privato e pubblico (e questo
concorre a spiegare perché la Francia, così simile a noi, sia anche così
diversa). In Svezia fui sorpreso dall’elevata produttività diretta dei
lavoratori, gli unici, tra quelli che ho potuto osservare, che superano gli
italiani in generale, ma sicuramente non i cottimisti e gli artigiani del
Nordest. Negli USA impressiona la naturale propensione all’analisi del valore,
la netta prevalenza degli investimenti immateriali (personale, competenze,
ricerca, brevetti, marketing) rispetto ai materiali; soprattutto per gli
immobili (tanto cari ai nostri imprenditori) si spende il minimo
indispensabile. <o:p></o:p></span></b></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">In generale è
difficile trovare all’estero un tessuto manifatturiero basato su piccole e
medie imprese. Qualcosa di simile all’artigianato è riscontrabile solo nei
servizi e non nella produzione di beni e, quindi, nel manifatturiero. <o:p></o:p></span></b></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">D. Secondo Lei perché molte piccole
aziende della nostra zona sono in difficoltà? A causa della globalizzazione,
della crisi nazionale, di un livello elevato della tassazione, di una
dimensione troppo piccola o dalla necessità di riqualificazione
dell’organizzazione e della produttività aziendale?<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">R. Si potrebbe
semplicemente rispondere: “Sono in crisi perché in Italia stanno venendo meno
le condizioni per fare impresa.” Procedendo con ordine, invece, si può
osservare che, almeno da questo punto di vista, la globalizzazione è neutra, è
parimenti una minaccia e una opportunità. Puoi produrre e vendere tutto e
ovunque (quasi), come essere invaso dalle produzioni degli altri (quasi
sicuramente), dipende dalle capacità della singola impresa (per una parte)
dalle capacità del Sistema nazionale (per molti aspetti). La crisi nazionale
agisce su due fronti: la minore disponibilità e propensione ai consumi falcidia
le imprese con solo mercato interno; purtroppo la crisi nazionale, con i
gravami che ne derivano, frena anche le aziende presenti e competitive sui
mercati esteri. La tassazione elevata è uno, ma non il primo e più pesante,
degli ostacoli all’avviamento e mantenimento delle attività di impresa. Sono
illuminanti, in tal senso, le risposte delle aziende produttive internazionali
alla domanda: “Perché non investite in Italia?” Risposte: “1° - Incertezza del
diritto – lentezza della giustizia; 2° difficoltà e lungaggini burocratiche;
3°costi dell’energia e del lavoro; 4° carenze infrastrutturali; 5° elevata
tassazione;…”. Tra le prime dieci risposte non figura la carenza di manodopera
qualificata o la bassa produttività diretta, ma questo non consola i
disoccupati. La dimensione troppo piccola, per alcune tipologie produttive, è
un limite ma non assoluto e insormontabile. Lo dimostrano tante eccellenze che
riescono a farsi valere nel mondo a dispetto della loro limitata dimensione,
gli esempi sono moltissimi. In generale però si fa urgente l’esigenza della
crescita dimensionale, anche attraverso forme aggregative, di cooperazione,
quando non di fusione/incorporazione. Riqualificazione e riorganizzazione
devono diventare processi continui, per tutti, grandi e piccoli.<o:p></o:p></span></b></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">D. La delocalizzazione può essere
un'opportunità, una necessità, o l'impresa può continuare ad operare seppur in
forma diversa rispetto al passato? Quali prospettive per il nostro
"tessuto" imprenditoriale locale, ovviamente sempre nel settore
manifatturiero?<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">R. La
delocalizzazione è, prima di tutto e se non cambia qualcosa, una necessità che
spesso, ma non sempre, si traduce in un’opportunità. Difficile che si possa
andare avanti “come niente fosse successo”. L’impresa deve e può continuare a
operare, trasformandosi e adattando quello che è di sua competenza e, al
contempo, chiedendo i cambiamenti necessari al Sistema Italia, sperando che
questo dia almeno le risposte minime.<o:p></o:p></span></b></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">D. Cosa possono fare le istituzioni?<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; line-height: 120%;">R. Ripristinare
le condizioni perché in Italia si possa intraprendere e, quindi, produrre
(lavorare) e vendere in casa e sui mercati esteri. E, quindi, prima di tutto:
disboscare e semplificare il corpus legislativo (attualmente il più prolisso e
contradditorio del mondo); riformare la giustizia (cause civili chiuse in sei
mesi, come in Francia, per esempio); disboscare, con l’ascia e non il
temperino, la burocrazia a tutti i livelli e per ogni pratica. Poi: adeguamento
dei curricula formativi a tutti i livelli; ricerca di base a loro cura e spese
(università, istituti ed enti) e sostegno a quella applicata (svolta
direttamente dalle aziende); realizzare, adeguare le infrastrutture, materiali
e immateriali, dei trasporti, delle </span></b><b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt; line-height: 22px;">comunicazioni, energetiche; assicurare con norme e prassi strettissime la meritocrazia. Riorganizzare e riqualificare se stesse (le istituzioni) quale unico presupposto per una reale diminuzione del costo sostenuto da cittadini e imprese e rendere effettiva la diminuzione della pressione fiscale. Con quanto sopra (salvo integrazioni) le istituzioni possono eliminare la prassi e persino la locuzione “Contributi alle imprese”.</span></b></div>
<br />
<div style="line-height: 120%; margin-bottom: 10.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="line-height: 120%; text-indent: 35.4pt;"><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt; line-height: 120%;"><b> </b>Luigi Scian</span></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-78686843464269264892013-12-15T05:46:00.002-08:002013-12-15T05:46:56.307-08:00LO SPOPOLAMENTO DELLA MONTAGNA <div class="MsoNormal" style="margin: 6pt 0cm; text-align: left;">
<b><span style="font-family: Garamond;"><span style="font-size: x-large;">Qualche dato e due
confronti su cui riflettere<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 6pt 0cm; text-align: left;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><br /></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">I casi di Vito D’Asio e Forgaria nel Friuli<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Tempo addietro, per un piccolo studio su certi fenomeni
socio-economici avvenuti in meno di cento anni nello Spilimberghese nel Friuli
occidentale, ho ritenuto necessario rintracciare gli andamenti demografici di
alcuni comuni del Mandamento. Tra questi, in rappresentanza della Pedemontana,
figurava il grafico del Comune di Vito d’Asio, senza neanche specificarlo, in
quanto gli altri (Pinzano, Castelnovo, Tramonti) hanno quasi lo stesso
andamento. Né sorte migliore è toccata alle altre comunità del Friuli occidentale,
insediate nelle valli Colvera, Cellina, Vajont: declino inesorabile per tutti dagli
anni Trenta del secolo scorso e poi accentuatasi dai Settanta. Il grafico
riportato non ha bisogno di molti commenti. Vito d’Asio ha sfiorato i 4.000
abitanti al censimento del 1921 mentre al momento del censimento 2011sono stati
rilevati 818 abitanti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUr_6MuocCku3Gpv7435asAiyJStP39yRW1grtI0av9IQmRWdy2sC-S_Radc3JOocP2ltzpv3c-Stk4SCkwchG2ihfjfJZlpbpd-9MCjtGbnufiT5JOemUUbwpqzDRsTzLNr3nkM__IjM/s1600/27e0cec4306ff5a66464c66024841ec8%5B1%5D.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUr_6MuocCku3Gpv7435asAiyJStP39yRW1grtI0av9IQmRWdy2sC-S_Radc3JOocP2ltzpv3c-Stk4SCkwchG2ihfjfJZlpbpd-9MCjtGbnufiT5JOemUUbwpqzDRsTzLNr3nkM__IjM/s400/27e0cec4306ff5a66464c66024841ec8%5B1%5D.png" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Evoluzione demografica del Comune di Vito d’Asio – PN</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">In seguito volli andare a vedere cosa era successo nella
restante montagna friulana, in provincia di Udine. Anche lì, purtroppo, si
osservano cali demografici vertiginosi, soprattutto nei comuni più in quota e
delle valli minori, ma non sempre della stessa intensità registrata a Vito. Per
la Val d’Arzino, può essere molto interessante il confronto con i vicini che
hanno scelto di restare in provincia di Udine. Il comune di Forgaria aveva nel
1921 pressappoco gli stessi abitanti di Vito, ma all’ultimo censimento ne
registra più del doppio. Si osserva poi che dagli anni settanta la popolazione
è quasi stabilizzata. Mentre, l’altra sponda – approdata in provincia di
Pordenone al momento della costituzione nel 1968 – frana rovinosamente. Perché?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvnfRClTVHGY8AyYoeDycHRKQ5Za43za3JOVU8OMIAH0fX6z6QHyTFw4W6IK3-dabT4oq9sHz2RGxhnkMraH6LhLnKlAI-Uv0264InnfITv2RSrOsKq-Yhx1Gll56IzhmaP6J4owkeuPg/s1600/1fc7250fc2b43c2fb70edb7473ed9629%5B1%5D.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhvnfRClTVHGY8AyYoeDycHRKQ5Za43za3JOVU8OMIAH0fX6z6QHyTFw4W6IK3-dabT4oq9sHz2RGxhnkMraH6LhLnKlAI-Uv0264InnfITv2RSrOsKq-Yhx1Gll56IzhmaP6J4owkeuPg/s400/1fc7250fc2b43c2fb70edb7473ed9629%5B1%5D.png" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Evoluzione demografica del Comune di Forgaria – UD</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Confronto con i comuni del Trentino e dell’Alto Adige<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> </span><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Qualche tempo dopo, per uno studio a più largo raggio, mi
trovavo ad analizzare l’organizzazione delle Autonomie locali presenti nelle
province di Trento e Bolzano. Mi venne allora l’idea di ricercare gli stessi
“demografici” riferiti ai comuni di quelle province per una comparazione con
quelli della montagna friulana, dei quali i due riportati sono esemplificativi.
Ovviamente, per una comparazione omogenea bisogna escludere i comuni (e le
intere valli) miracolate da “madre natura e dallo zio turismo”. Bisogna
tralasciare le “perle”, come Canazei – Ortisei – Merano - Madonna di Campiglio
e quante altre, per ricercare i comuni sperduti e sconosciuti a economia
montana, non turistica. Per esempio porto l’andamento demografico di due di
questi comuni, di dimensioni paragonabili a quelli della Val d’Arzino, prima
del declino.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIfQQVjTOoMBOOPdy4Gf6qziGTM7FuYAeJcZPEt7JaIw6Cc05eu6NqX6I-i_3LMRPPqTU1i23L3DBYV5CEV7yTC2mDwpVzFQBQ-d99xvOtBlJbnIi9fiHjOfHeNooylQ25c2GOWKjBe4U/s1600/76eae834f20b38d2a40addeffb054ead%5B2%5D.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIfQQVjTOoMBOOPdy4Gf6qziGTM7FuYAeJcZPEt7JaIw6Cc05eu6NqX6I-i_3LMRPPqTU1i23L3DBYV5CEV7yTC2mDwpVzFQBQ-d99xvOtBlJbnIi9fiHjOfHeNooylQ25c2GOWKjBe4U/s400/76eae834f20b38d2a40addeffb054ead%5B2%5D.png" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Evoluzione demografica del Comune di Tione</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Comunità di Valle delle Giudicarie - TN<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJQZB5DaA2qUHsuF4nK3ENH3G4p4TviJQNGmEL1dP-NaUrIdpFg7njIxKl24vUNWeTgFVXsP-LmtA44qxpzVyXblwUV0hFdgWRL7YzI6r-nN4e8dNxKWqt1HzYBClTlifh1KvIlK-RntA/s1600/6dca8fc6490ffabc640b748fbe0f4242%5B1%5D.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJQZB5DaA2qUHsuF4nK3ENH3G4p4TviJQNGmEL1dP-NaUrIdpFg7njIxKl24vUNWeTgFVXsP-LmtA44qxpzVyXblwUV0hFdgWRL7YzI6r-nN4e8dNxKWqt1HzYBClTlifh1KvIlK-RntA/s400/6dca8fc6490ffabc640b748fbe0f4242%5B1%5D.png" width="400" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Evoluzione demografica del Comune di Laces</span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Comunità Comprensoriale della Val Venosta – BZ<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Posso assicurare, e del resto si può verificare
facilmente, che gli esempi sopra riportati sono probanti. La gran parte dei
comuni, tutti di montagna, del Trentino – Alto Adige/<span style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;">Südtirol</span>
hanno avuto degli incrementi demografici, alcuni sono rimasti stabili,
pochissimi hanno avuto una flessione, nessuno della gravità che registra la
quasi totalità dei comuni montani friulani. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><b>Qualche riflessione sulla riforma delle autonomie locali, urgente e necessaria</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><b>per tutto il territorio e, sopratutto, per la montagna</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">I dati di cui sopra dovranno portare, prima o poi, a una
riflessione sulle scelte di fondo dell’organizzazione e della gestione delle
Autonomie locali nelle regioni a statuto ordinario e anche nella Regione (poco)
Autonoma Friuli Venezia Giulia. Nella valle d’Aosta, buon per loro e non per
caso, la situazione è molto simile a quella di Trentino e Alto Adige. Per ora,
e in questa sede, fermiamoci qui e concentriamo l’attenzione su quanto di
positivo ci dice l’esperienza trentina-altoatesina (e austriaca e tedesca e
svizzera): non sono ineludibili il declino e lo spopolamento, in montagna si
può vivere, anche nel terzo millennio, anche dove “non nevica a colori”, per
dirla con Mauro Corona. Per questo bisogna creare e mantenere le condizioni,
guardando dove questo risultato è già stato conseguito e adattando, alle altre
realtà, le strutture e le procedure amministrative che lo rendono possibile.
Non serve andare molto lontano, gli esempi concreti sono qui intorno a noi,
fuori e dentro l’Italia. Attenzione, però, dopo il fallimento delle ultime
riforme e i continui rinvii, non si può e non si deve sbagliare ancora. Per
evitare questo rischio non si deve improvvisare; bisogna adottare, adattandolo,
un modello sperimentato e verificabile da tutti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-36091686352082470092013-11-29T08:01:00.000-08:002013-11-29T08:01:53.179-08:00LA VALIGIA DI PELLE - Osservazioni di un tecnico che ha potuto guardare oltre il cortile<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-style: italic;">Presentazione del libro</span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-style: italic;"><br /></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-style: italic;">Ubaldo
Muzzatti<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><i><span style="font-family: Garamond;"><span style="font-size: x-large;">La valigia di pelle</span><span style="font-size: medium;"><o:p></o:p></span></span></i></b></div>
<div align="center" class="MsoHeader" style="text-align: center;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">In viaggio al tempo della globalizzazione: osservazioni,
incontri e confronti </span></i></b></div>
<div align="center" class="MsoHeader" style="text-align: center;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">di un </span></i></b><b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">lavoratore italiano all’estero</span></i></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-top: 6.0pt; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">“La 24 ore di pelle</span></i></b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">. E’ ancora in ufficio sotto il tavolo, come la lasciai al rientro
dopo l’ultima trasferta. Dentro ci sono ancora gli strumenti di misura e di
calcolo, il notes, le penne, il vocabolario tascabile...<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Aprendola, però, mi
tornano pochi elementi tecnici e mi sembra lontano il tempo in cui ero un
esperto di know-how, addetto al trasferimento della tecnologia in giro per il
mondo.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Piuttosto, dalla
valigetta di pelle che mi regalarono i colleghi quando li lasciai per cambiare
lavoro, emergono i volti delle persone incontrate, le loro voci, i discorsi che
facevamo per conoscerci, per sapere qualcosa dei rispettivi paesi, dei modi di
lavorare e del vivere fuori dalla fabbrica.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <b>Rivedo
il treno a vapore della Cina; il saloon di Fort Worth, dove sostò Butch Cassidy
in fuga dopo l’ultima rapina; l’auto in panne nella sterminata pianura Ucraina
… e non passava nessuno.<o:p></o:p></b></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Ricordo le barzellette che ci raccontava in
italiano l’interprete russa; il canto melodioso di quella cinese che non
conosceva i Beatles…”. </span></i></b></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">E’ un libro di racconti, o meglio di osservazioni, incontri,
confronti, fatti durante le trasferte di lavoro. Un “giro del mondo” che tocca
alcuni dei paesi in cui ho lavorato come esperto di tecnologia e di
organizzazione industriale. Il mio ruolo, nel gruppo per il trasferimento del
know-how, era la formazione del personale. Per questo passavo le giornate
lavorative a stretto contatto con i tecnici locali; per parlare di lavoro,
certamente, ma anche di altro. Tutto il tempo libero lo passavo a visitare i
luoghi che ci ospitavano, a immergermi nelle loro realtà e nella cultura
locale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Nella <i>Valigia</i>
sono riportate le osservazioni raccolte negli Stati Uniti d’America, in Cina,
Russia, Ucraina, Romania, Grecia, Francia, Belgio, Danimarca, Svezia,
Finlandia, Germania. Chiude il libro, una piccola <i>anteprima </i>(due incontri) dell’esperienza di lavoro in Italia e le <i>osservazioni di un tecnico, </i>rispetto a due
temi di attualità in Italia, rapportati a quanto notato all’estero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> </span><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><b>Dalla postfazione di Bruno Tellia </b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><b>professore di
sociologia industriale all’Università di Udine:</b><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">“Ubaldo Muzzatti, addetto al
trasferimento di tecnologia, appartiene alla categoria di chi approfitta del
lavoro per curiosare fra altre culture, altra gente, altri modi di vita. E
appunta quello che lo colpisce e la reazione che provoca in lui, i frammenti in
cui si imbatte e che diligentemente raccoglie. Alcuni di tali appunti e
frammenti sono ora raccolti in questo libro. <o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> E’ narrazione di esperienze vissute,
raccolta di impressioni lasciate da ogni viaggio, offerta a chi nel viaggio,
sia esso per lavoro o per altre ragioni, cerca di arricchirsi assorbendo,
certamente non in modo acritico, quanto ogni ambiente può offrire.” <o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Struttura del
libro:<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">-<i>Antefatti</i>
(introduzione dell’autore)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">-Osservazioni, incontri, confronti: <i>in America, in Cina, nelle Russie (Russia e Ucraina), in Europa (Romania,
Grecia, Francia, Belgio, Danimarca, Svezia, Finlandia, Germania)<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">-Anteprima: <i>in
Italia: “</i>Un friulano a Firenze<i>”; in
Friuli “</i>L’accordatore russo<i>”</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">-Appendice: <i>osservazioni
di un tecnico</i> “Sulla produttività”;
“Sull’organizzazione e gestione del territorio”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">-<i>Postfazione</i> di
Bruno Tellia <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">LA VALIGIA DI PELLE si può consultare e acquistare sul
sito: <a href="http://ilmiolibro.kataweb.it/">http://ilmiolibro.kataweb.it/</a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: left;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">alla pagina: <a href="http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1038355">http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1038355</a><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 6pt; text-align: left;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">O sul sito: <a href="http://www.lafeltrinelli.it/">http://www.lafeltrinelli.it/</a>
o nelle Librerie Feltrinelli in tutta
Italia<o:p></o:p></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-57974446872062947322013-11-11T01:04:00.000-08:002013-11-11T01:04:34.919-08:00LA LEZIONE DI PAPA FRANCESCO ALLA POLITICA ITALIANA<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Si è presentato come vescovo di Roma (primus inter pares). Intende
superare la visione “Vaticano-centrica” della Curia. Si avvale di “collegi
consulenziali” per riformare la Chiesa. Lascerà che le Conferenze Episcopali
eleggano autonomamente i presidenti, rinunciando al potere di nomina.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Con i primi atti e le dichiarazioni, Papa Francesco prefigura, per la
complessa articolazione della Chiesa Cattolica, una gestione meno centralistica
e più collegiale, con maggiore autonomia per le Chiese locali. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">In questo si discosta molto dalle recenti tendenze politiche italiane
che perseguono un ritorno al centralismo e la riduzione degli spazi di
autonomia e autogoverno delle comunità locali. <o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Certamente il Papa si cura
d’altro, non entra direttamente nelle questioni politiche italiane o di altri
paesi ed è Lui stesso a chiarirlo. Non di meno osservando i suoi atti e
ascoltando le sue dichiarazioni balza agli occhi il suo orientamento su alcuni
criteri di governo di una grande organizzazione, come la Chiesa Cattolica e
come gli Stati sovrani. Criteri che riguardano l’articolazione
dell’organizzazione stessa; l’equiordinamento dei livelli istituiti,
l’accentramento o il decentramento delle competenze e dei servizi; l’autonomia
delle istituzioni periferiche. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Nelle parole e nei gesti di Papa
Francesco si colgono innanzitutto gli aspetti religiosi, etici, umani. Questo è
l’aspetto preminente che tutti apprezzano, credenti e non credenti. Al contempo
non possono sfuggire, e non dovremmo tralasciare, quei passaggi, nemmeno tanto
impliciti, che trovano un parallelo nelle vicende pubbliche. E che,
relativamente, agli orientamenti della politica italiana corrente denotano una
certa distanza rispetto alle posizioni espresse. In particolare stupisce e
preoccupa che, con i provvedimenti adottati dagli ultimi governi, le
istituzioni italiane stiano prendendo la direzione opposta a quella che Papa
Francesco vuole percorre con e per la Chiesa cattolica.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Nel presentarsi al mondo il Papa
ha voluto sottolineare il suo essere Vescovo, seppure della diocesi di Roma.
Con questo ha ricordato a tutti che la chiesa, “una”, è formata da tante unità
equiordinate e di pari dignità. Una visione che, traslata nelle istituzioni
laiche, possiamo definire federale, che prende le distanze dal monolitismo
centralistico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Nell’incontro con Eugenio
Scalfari il Papa ha fatto capire di non condividere una Curia romana troppo
“Vaticano-centrica” e che la Chiesa è, e deve essere, la comunità delle
parrocchie e delle diocesi. E’ un chiaro riconoscimento alla dignità e
autonomia delle comunità locali. In altra occasione ha dichiarato di voler
rinunciare al diritto di nomina del presidente della CEI, lasciando che i
vescovi vi provvedano con un’elezione. Un chiaro richiamo al valore
dell’autonomia delle articolazioni che costituiscono l’insieme.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Senza entrare nel merito (preminente e di grandissimo
rilievo) delle questioni religiose si possono cogliere nelle parole e negli
atti di Papa Francesco degli elementi che, traslati nella realtà politica e
istituzionale italiana, ne evidenziano la distanza. Negli ultimi tempi i
politici italiani hanno intrapreso una strada neocentralistica e di riduzione
dell’autonomia delle articolazioni periferiche dello Stato che la Costituzione
vuole, invece, equiordinati. Per il bene degli italiani, dobbiamo augurarci che
la “lezione politica” (indiretta, ovviamente) di Papa Francesco sia ascoltata,
compresa e attuata in Italia. A questo proposito sarebbe utile sapere quanti
dei politici di tutti gli schieramenti che plaudono al nuovo corso Vaticano,
hanno colto l’aspetto che più dovrebbe interessare loro, quello della riforma
delle istituzioni per renderle più democratiche, partecipate e vicine ai
cittadini.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a><o:p></o:p></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-22595605110720947382013-10-01T06:17:00.000-07:002013-10-01T06:34:06.727-07:00ABOLIZIONE DELLE PROVINCE, O RIFORMA DELLE AUTONOMIE?<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond;"><span style="background-color: #eeeeee; color: blue; font-size: x-large;">Sono fuorvianti i
dibattiti e i tentativi che si susseguono per l’abolizione delle Province<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond;"><span style="background-color: #eeeeee; color: blue; font-size: x-large;">In realtà bisogna
ridisegnare il Sistema delle Autonomie locali<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond;"><span style="background-color: #eeeeee; color: blue; font-size: x-large;">Procedendo con
metodo<o:p></o:p></span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond;"><span style="background-color: #eeeeee; color: blue; font-size: x-large;">Dopo aver provato
che l’articolazione attuale non è in grado di soddisfare le esigenze future</span></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond;"><span style="background-color: #eeeeee; color: blue; font-size: x-large;"><br /></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond;"><span style="background-color: #eeeeee; font-size: x-large;">Come si fa a stabilire se l’articolazione attuale del
sistema Regione–Autonomie locali è ancora valida e, quindi, da mantenere con
soli adattamenti che non mettano in discussione gli enti che conosciamo: Comuni,
Province, Regioni? E, ove non lo fosse, come si può (e si deve) procedere per la
necessaria riforma? Come si potrà riconoscere validità (o meno) alle tante
inevitabili proposte che saranno (come già sono) presentate? E, infine, come si
misurerà l’adeguatezza del progetto che sarà tradotto in legge? <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond;"><span style="background-color: #eeeeee; font-size: x-large;"> Il solo modo razionale, per rispondere
alle domande, è di fissare, dopo il necessario ampio confronto, i requisiti del
progetto. Ovvero di stabilire quali esigenze (e sono molte) dovrà soddisfare in
futuro il sistema di cui trattasi. Espressi in modo formale e misurabile tutti
i requisiti, per il futuro, questi permetteranno di verificare in che misura il
sistema attuale, li soddisfa o no. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond;"><span style="background-color: #eeeeee; font-size: x-large;"> Solo se questa articolazione si dimostrerà
pienamente rispondente alle esigenze future, si potrà mantenere. In caso
contrario bisognerà avviare il progetto di riforma, strettamente guidato dai
predetti requisiti. Perché la progettazione, anche legislativa, è “l’insieme
delle attività che trasformano le esigenze e i requisiti concordati nel sistema
che li soddisfa”. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond;"><span style="background-color: #eeeeee; font-size: x-large;"> Infine i requisiti di progetto,
formalizzati e resi pubblici, consentiranno di verificare l’adeguatezza della
legge di riforma, che sarà tanto maggiore quanto più soddisferà tutte le
esigenze future del sistema regione-autonomie locali.<o:p></o:p></span></span><br />
<div style="text-align: right;">
<span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: x-large;"> umuzzatti@gmail.com</span></div>
<span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: large;"> </span><br />
<span style="font-family: Garamond;"><span style="background-color: white; font-size: large;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond;"><span style="font-size: large;"> </span></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-55697784314898906812013-06-26T07:20:00.000-07:002013-06-26T07:20:24.933-07:00PROFILI METODOLOGICI PER LA PROGETTAZIONE LEGISLATIVA<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Progetti e
progettisti, di beni, servizi e norme, più analogie di quanto si possa (o
voglia) credere</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Giustamente le prime bozze di una norma, e i successivi
elaborati sino al momento della definitiva approvazione, sono definiti “<b>progetti di legge</b>” o “<b>disegni di legge</b>”. Non si progettano
solo i beni materiali (automobili, elettrodomestici, case, …), ma anche i beni
immateriali e i servizi (una polizza, un pacchetto vacanze, un fondo
d’investimento, …) e, sicuramente, anche le norme e prescrizioni (emesse da
enti pubblici o privati) e le leggi, che nel nostro ordinamento sono riservate
al livello statale e regionale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Nella sua stesura finale, il progetto è l’elaborato (o
insieme di elaborati) che descrive e definisce in maniera appropriata,
esaustiva, comprensibile e univoca le caratteristiche costitutive e
realizzative dell’oggetto. La definizione è valida tanto per un bene, quanto
per un servizio o una norma. Cambieranno, secondo i casi, gli elaborati (disegno
tecnico per un particolare meccanico, schema unifilare per un impianto
elettrico, modulo di sottoscrizione per una polizza, …) e su questi le modalità
che descrivono e definiscono l’oggetto (dimensioni, misure, qualità,
descrizioni, prescrizioni, …). Una differenza, che non inficia lo scopo e
l’assunto della presente trattazione, è costituita dal fatto che il <b>progetto approvato</b> (si definisce così
anche in ambito tecnico) di un bene e di un servizio prefigura gli stessi
(ovvero come saranno quando fabbricati o erogati) mentre nel caso di una norma
e di una legge con l’approvazione definitiva (e successiva promulgazione) il
progetto diventa tal quale il “prodotto”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Delle statistiche, più volte ripetute, hanno evidenziato
che, dato un prodotto (o un servizio) e fatto 100 le probabilità o, meglio, le
ragioni di successo, queste risiedono per il settanta per cento nella “bontà”
del progetto. I processi di produzione, promozione, commercializzazione e
assistenza pesano complessivamente solo per il 30 per cento. Ciò perché un
“buon progetto” definisce “tutto” (materiali, dimensioni, prestazioni, qualità,
costi, …, sulla base d’input commerciali (livello di servizio, di qualità, di
prezzo, target, …) e industriali (tecnologie produttive, conoscenze e competenze
disponibili, lay-out operativi, …). <b>In
definitiva per un prodotto di successo serve un progetto ottimo. <o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">A maggior ragione, è indispensabile un <b>progetto ottimo</b> quando questi, nella
sua versione definitiva, diviene il prodotto stesso, senza ulteriori processi
di trasformazione. Ed è questo il caso, come si è visto, dei progetti di legge
che, una volta approvati dall’organo preposto, diventano la legge stessa. Si
potrebbe obiettare che l’effettiva applicazione della legge avviene, molto
spesso, in base a un regolamento di attuazione emanato in seguito. E’ di tutta
evidenza che il “progetto completo” che definisce in “maniera appropriata,
esaustiva, comprensibile e univoca” l’oggetto della norma è costituito dal
binomio “legge–regolamento attuativo”. Resta quindi immutata l’esigenza di
elaborare, con passaggi di affinamento successivi (è normale), progetti ottimi
per i quali sono indispensabili:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">-progettisti
motivati e qualificati;<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">-procedure e metodi
di lavoro appropriati</span></b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Riferendosi alle leggi i “progettisti titolari” sono,
ovviamente, i parlamentari e i consiglieri regionali, per i due livelli
legislativi presenti in Italia. Sono loro, normalmente, che presentano i
disegni di legge in forma singola, o di gruppo. Sono poi loro a discutere,
integrare, modificare e infine approvare le leggi, in commissioni ristrette e
in assemblea plenaria. In questo senso essi sono i “<b>progettisti responsabili</b>” anche quando, come normalmente avviene,
parte del progetto, e dei passaggi propedeutici allo stesso, è curato da tecnici
e funzionari interni alle istituzioni o esperti e consulenti incaricati o,
anche, soggetti esterni, tali – per esempio – sono i partiti. In quale misura i
“progettisti titolari e responsabili” sono anche “motivati e qualificati” per
il delicatissimo incarico di legislatore? Sarebbe fuorviante tentare una
risposta in questa sede e anche in altre: il rischio di personalizzazioni,
sotto e sovra valutazioni, sulla base di elementi parziali è troppo elevato.
Meglio limitarsi a qualche riflessione che, per altro, è raramente proposta.
Eppure appare necessaria: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">-Anche se non tutti i legislatori partecipano
direttamente alla stesura delle leggi, anche se essi si giovano (giustamente)
di esperti, non di meno tutti dovrebbero avere in nuce, se non tutte, almeno
parte delle abilità, naturali o acquisite, di un buon progettista, a partire
dalla capacità di lettura (in profondità) dei progetti elaborati da altri e di
incidervi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 18.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">-Il sistema attuale di selezione della classe
politico-amministrativa non porta a una sufficiente distinzione tra ruoli
legislativi, esecutivi e amministrativi. Si mandano nelle istituzioni elettive
dei “politici”, senza badare al ruolo che assumeranno. Ma sono ben diverse le
conoscenze, le competenze, le abilità, che devono avere un legislatore
(regionale o statale) e un amministratore (assessore, sindaco, presidente di
regione o provincia, ministro). Legiferare e amministrare non sono,
esattamente, la stessa cosa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Della progettazione
in generale e in ambito legislativo</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">La progettazione è: “<b>L’insieme
delle attività che consentono la trasformazione di una serie di richieste (o
esigenze) nella descrizione del sistema che risolve il problema e soddisfa le
richieste e le esigenze mediante gli elaborati finali di progetto</b>”. E’ del
tutto evidente che gli elaborati di progetto possono estrinsecarsi, secondo i
casi, in studi, calcoli, schemi, distinte, descrizioni, testi, disegni,
analisi, tavole, elenchi, grafici e altro. Nella pur sintetica definizione tra
virgolette è già compresa l’essenza della progettazione che consiste nel “<b>risolvere un problema</b>” e nel “<b>soddisfare le richieste e le esigenze</b>”
che danno origine a ogni attività di progettazione. Ripresa da un “manuale
tecnico” questa definizione è ancora più calzante per l’attività legislativa,
se ancora vi fossero stati dei dubbi sulla pertinenza dell’accostamento tra
attività che, per altri aspetti, sono effettivamente diverse. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Oltre alla specializzazione dei progettisti, ciascuno
nella propria disciplina, per una buona progettazione bisogna seguire delle
procedure e adottare dei metodi di lavoro idonei a massimizzare il risultato e
a rendere minimo, se non nullo, il rischio d’insuccesso, anche parziale. Pur a
fronte della complessità raggiunta da prodotti, tecnologie e servizi, noi riscontriamo
un progressivo innalzamento delle prestazioni e dell’affidabilità degli stessi
e sovente una progressiva diminuzione dei prezzi d’acquisto e d’esercizio (in
termini reali, al netto dell’inflazione). Ciò è dovuto in buona parte al
perfezionamento delle procedure di progettazione che riguardano tanto i
prodotti quanto i processi operativi. In tutti i contesti organizzati si
seguono delle “<b>norme per una logica ed
efficace progettazione</b>”, delle quali si riporta un esempio sintetico e non
esaustivo:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">1.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Formulazione del problema e
definizione delle richieste e delle esigenze da soddisfare<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">2.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Ricerca del percorso di
progettazione più razionale<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">3.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Riduzione del problema in termini
specifici e misurabili<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">4.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Ordine delle esigenze in termini
d’importanza<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">5.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Considerazione dei vantaggi delle
alternative<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">6.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Individuazione delle variabili
dipendenti<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">7.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Sfruttamento di tutte le risorse
disponibili<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">8.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Provare le teorie con
dimostrazioni<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">9.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Definizione di tutti i parametri<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">10.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Rifiuto dei parametri non
vantaggiosi<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">11.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Scelta dei mezzi più appropriati in
relazione al problema<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">12.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Effettuazione di controlli a ogni
stadio critico<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.0pt; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">13.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Revisione (riesame) generale del
progetto<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Le “norme di progettazione” sopraelencate sono
sufficientemente comprensibili e generalmente applicabili, a prescindere
dall’ambito. In questa sede ci si può limitare ad approfondire il primo e
l’ultimo punto, dai quali – per quanto incredibile – dipende in massima parte
l’esito del progetto, in altre parole il suo successo o insuccesso totale o
parziale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Se il problema non è ben formulato, se le richieste e le
esigenze da soddisfare non sono chiaramente e completamente definite,
l’insuccesso – totale o parziale – è statisticamente assicurato. E’ inutile
avanzare proposte, è prematuro fare i passi successivi, se prima non si è
sviscerato il problema e stabilito quando e come il problema potrà considerarsi
risolto che sarà, per l’appunto, quando le richieste e/o le esigenze saranno
sicuramente soddisfatte. Da decenni ormai i progettisti hanno cessato di essere
dei “liberi professionisti” dei “creativi puri”, la loro professionalità è
vincolata e indirizzata a risolvere problemi ben definiti, il più delle volte
da soggetti terzi (rispetto al progettista e all’ente stesso per cui il
progettista lavora), sulla base di ampi e vari studi (dei mercati, della
società, della concorrenza, …). Questo primo punto, oltre a indirizzare e
vincolare il lavoro dei progettisti, consente – e non è cosa di poco conto – di
verificare se e in che misura l’elaborato di progetto è accettabile: lo sarà
nella misura in cui le richieste e le esigenze sono soddisfatte. Nell’attività
legislativa quest’ultimo punto appare trascurato. Infatti, tutto il dibattito e
le attività per l’affinamento di un progetto di legge avvengono a partire da
una o più bozze di articolato che, nelle intenzioni dei proponenti, prefigura
già la legge. <b>Sarebbe molto più proficuo
un primo dibattito per definire le più volte citate richieste ed esigenze da
soddisfare</b>, che sono in altri termini gli obiettivi della legge che si
vuole proporre, tecnicamente le “specifiche di progetto” e che diventano linee
guida vincolanti per i “progettisti” e il metro con cui verificare la congruità
dell’articolato proposto e infine approvato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">La revisione generale mira, con metodologie adeguate, a
prevenire e a eliminare in sede di progetto:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.85pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Imperfezioni<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.85pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Sviste<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.85pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Elementi incerti<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.85pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Soluzioni progettuali corrette ma
superate<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.85pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Incompletezze sostanziali e
formali<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.85pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Elementi d’interpretazione
ambigua<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.85pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Dati incerti, errati, male
espressi<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.85pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Soluzioni di difficile e/o
costosa attuazione/realizzazione<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.85pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Soluzioni ai limiti normativi (quando
non al di fuori)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.85pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Soluzioni non adatte per
determinati contesti<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 36.85pt; mso-list: l1 level1 lfo2; tab-stops: list 36.85pt; text-align: justify; text-indent: -17.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Symbol; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-fareast-font-family: Symbol;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">….<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Non credo sia necessario spendere parole per dire quanto
sia auspicabile una sistematica e corretta applicazione di questa norma anche
nell’ambito della progettazione legislativa. Nel mentre, dei limiti citati non
sono affatto esenti le nostre leggi, a significare che detta attività o viene a
mancare o non è svolta con la dovuta diligenza.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-26131675349009009732013-06-12T09:21:00.000-07:002013-06-12T09:21:48.868-07:00IL NEO-CENTRALISMO ITALIANO, PERICOLO DA EVITARE<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">Il
policentrismo, di cento città e migliaia di borghi, ha fatto grande e bella l’Italia.</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">Il neo-centralismo
rischia di distruggere un patrimonio di inestimabile valore che il mondo ci invidia.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">L’Italia deve il suo
primato mondiale in fatto di beni artistici, architettonici e urbanistici al <b>policentrismo</b> che l’ha caratterizzata
per secoli, soprattutto durante il Rinascimento. Non solo, sino oltre l’unità
dello Stato, gli italiani hanno continuato a sviluppare le rispettive culture
regionali e locali. Il policentrismo politico e amministrativo preunitario è
alla base della varietà e ricchezza delle espressioni culturali e artistiche
presenti sul territorio nazionale. L’Italia è variamente bella, ben oltre a
quanto le ha donato madre natura, perché centinaia di città e migliaia di
borghi hanno potuto svilupparsi con elevati gradi di autonomia, coltivando
ciascuno i propri talenti. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> Poi le esigenze dello Stato unitario hanno
ridotto progressivamente <b>l’autonomia</b>
delle comunità regionali e locali e avviato il processo di omologazione
nazionale che è andato ben oltre l’unificazione linguistica e la parificazione
dei cittadini. La Costituzione repubblicana con l’articolo 5 si prefiggeva e si
prefigge ancora di “promuovere le autonomie locali; attuare nei servizi che
dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adeguare i
principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del
decentramento.” A distanza di oltre 60 anni questo principio appare ancora
inapplicato e, anzi, proprio negli ultimi tempi sono stati proposti e in parte
varati provvedimenti che reintroducono o rafforzano l’accentramento o meglio le
varie forme di centralismo presenti in Italia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> L’Italia è diventata, di fatto, un paese <b>pluri-centralistico</b> o “<b>centralistico multilivello</b>” che si
voglia dire. In subordine al centralismo statale si è sviluppato quello delle
regioni, nello stesso tempo non siamo stati ancora capaci di eliminare almeno
quello delle province. Tra i borghi più belli d’Italia sono annoverate molte
frazioni, ovvero paesi che non fanno nemmeno comune, ma che in passato hanno
avuto la capacità (e la possibilità) di edificare in autonomia qualcosa di
unico ed eccellente. La cosa è irripetibile ai giorni nostri perché le frazioni
subiscono il quarto grado del centralismo italiano, quello del capoluogo
comunale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> In questa situazione si assiste a una
serie di provvedimenti, statali e regionali, che possono essere definiti <b>neo-centralisti</b>. Tali sono i
provvedimenti che accentrano gli uffici giudiziari, tagliando i piccoli
tribunali e persino i giudici di pace; il ventilato accorpamento (e non la
soppressione) delle province; la chiusura di molti ospedali (e passi nel nome
della specializzazione) e delle aziende sanitarie e persino dei distretti
socio-sanitari, compromettendo la prevenzione sul territorio. Si vogliono accorpare
le Prefetture (e passi, che in altri stati le hanno già soppresse) e pure le Questure,
i Commissariati e le stazioni dei Carabinieri che sono presidio del territorio
e sicurezza per i cittadini. Si potrebbe continuare in questo modo per tutti i
settori di competenza di Stato e regioni. L’imperativo è tagliare, ridurre (e
ci può stare) con conseguente <b>accentramento-concentramento</b>
nelle città maggiori, e non va bene.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> La gente è inevitabilmente costretta a
spostarsi dove sono attivi i servizi, da prima con il pendolarismo e poi
andando a risiedervi. Ciò ha già comportato il calo demografico e l’abbandono del
territorio, soprattutto montano e collinare, con conseguente depauperamento,
dissesto idrogeologico e paesaggistico. Sono in sofferenza non solo i piccoli
borghi, ma anche le medie cittadine che costituivano il reticolo policentrico
italiano, il raccordo tra i centri urbani e i paesi di minore dimensione. L’altra
faccia della medaglia è l’inurbamento della popolazione con gli effetti
negativi che sono sotto gli occhi di tutti: cementificazione incontrollata,
prezzi delle case elevati, servizi scadenti, tensioni sociali, inquinamento, …<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> Con i <b>provvedimenti
neo-centralsitici</b> varati o in progetto si accentueranno tutti gli effetti
negativi appena accennati qui sopra. Si andrà al definitivo abbandono della
montagna e dei territori rurali, si metteranno in crisi i medi centri. Le città
ove si concentrano i servizi, rischiano una crescita quantitativa che sarà
difficile definire sviluppo. I costi complessivi saranno enormi, nonostante le
operazioni di accentramento vengano ufficialmente giustificate con l’esigenza
di risparmiare. Si pensi al valore del patrimonio che viene dissipato quando si
spopola e si abbandona un paese: case, fabbricati vari, strade, acquedotti,
reti elettriche, telefoniche, ecc. Tutto questo dovrà essere ricostruito da un'altra
parte per la popolazione migrata. Altro che risparmio. E non ci sono solo i
costi materiali, ovviamente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> <a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> </span><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-88345476107769992212013-06-02T05:44:00.000-07:002013-06-02T05:44:54.859-07:00UN SISTEMA ELETTORALE PER UN’ITALIA DEMOCRATICA<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt; text-align: justify;">La tormentata, inconclusa e
inconcludente vicenda della legge elettorale per il parlamento italiano ha
toccato, nei giorni scorsi, uno dei punti più bassi e avvilenti. Credo che
ormai sia chiaro, anche ai più ingenui dei cittadini, che a tanto si è arrivati
perché nessuno pensa all’ interesse della nazione intera e dei cittadini tutti
ma, bensì, al proprio tornaconto. Non si spiegherebbero altrimenti le
difficoltà a trovare un accordo per “sacrificare il porcellum” e ridare
all’ Italia una legge elettorale democratica come vuole la Costituzione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> L’interesse nazionale e dei cittadini è di
avere un sistema elettorale che consenta di portare in parlamento dei soggetti
con un complesso di caratteristiche, variamente articolato e orientato
politicamente, ma imprescindibilmente permeato di conoscenza, competenza,
intelligenza, integrità, motivazione, carattere, lungimiranza, sensibilità, …
Se non i migliori in assoluto, il sistema elettorale deve consentire almeno di
eleggere dei rappresentati idonei da tutti i punti di vista, a ricoprire un
ruolo così determinante per la sorte del paese e della popolazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Il sistema deve consentire la pari
opportunità di partecipazione (e di successo) a tutti i candidati, che mediante
partiti, movimenti e liste, rappresentano l’insieme della società e le sue componenti
con le aspirazioni e gli interessi legittimi della stessa. L’esito finale del
processo elettorale dovrà essere un’assemblea di eletti che possono essere
diversi per orientamento politico, ma devono essere accomunati dalle
caratteristiche di adeguatezza al ruolo. Ciò che in tutta evidenza non è stato
nelle ultime tornate elettorali, compresa l’ultima i cui effetti si dispiegano
tuttora (ed auspicabilmente ancora per qualche tempo, non ostante tutto).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Dal dibattito in corso, per la necessaria
riforma, emergono sempre e solo pochi punti. Si spera che dei numerosi altri
che formano un sistema elettorale completo non scrivano i media, ma che siano
tenuti nella dovuta considerazione dal legislatore. Tra i più citati è
ovviamente il tema della governabilità che deve essere assicurata alla fine
della tornata elettorale e, possibilmente, per l’intera legislatura. Qui le
insidie, per la democrazia, non mancano. Se la sovranità appartiene veramente
al popolo che la esercita, quasi esclusivamente, scegliendo i suoi
rappresentati con il voto, elevate soglie di sbarramento o premi di maggioranza
troppo generosi sono un vulnus alla democrazia e sicuramente materia per la Corte
costituzionale. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Certo la governabilità è indispensabile, ma
non può essere ottenuta stravolgendo la volontà popolare espressa con il voto.
Né si potrà pretendere che la complessità della società odierna sia
rappresentata da due poli o, peggio, da due soli partiti. Perché, in pratica, a
ciò conducono gli sbarramenti e i premi di maggioranza. E allora come se ne
esce? Come si conciliano rappresentanza democraticamente eletta e
governabilità? Intanto, direi, cominciamo a vedere come fanno i presidenti di
due solidissime nazioni, Francia e USA, a governare anche senza la maggioranza
nelle camere parlamentari. E’ successo molte volte e per periodi non brevi, in
certi casi per intere legislature. Evidentemente il meccanismo che lo consente
(e lo rende prassi normale) è insito nel sistema istituzionale e non solo nella
legge elettorale. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a><o:p></o:p></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-6545001003380298212013-05-25T07:44:00.000-07:002013-05-25T07:44:06.659-07:00UNICO, UNA DICHIARAZIONE DI GUERRA AL CONTRIBUENTE<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt;">
<b style="text-align: justify;"><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Quanto pesa la dichiarazione dei redditi del contribuente italiano?</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Davvero non ci sono alternative alla farraginosa procedura italiana?
Gli esempi di Francia e Canada confermano che semplificare, di molto, si può.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Politici e amministratori, molti dei quali con lauree e master conseguiti
all’estero, davvero non conoscono i sistemi fiscali in essere negli altri
paesi? Se li conoscono perché infliggono ai contribuenti italiani un supplizio
… UNICO?<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Non voglio trattare in questa
sede l’incidenza diretta delle imposte e, quindi, il peso economico che queste hanno
sulle famiglie e sulle imprese italiane. Mi voglio limitare ai danni
collaterali derivanti dalla complessità e onerosità della compilazione e
presentazione della dichiarazione e delle modalità di versamento delle imposte.
Il modello UNICO Persone fisiche 2013, al pari di quelli precedenti, è talmente
ostico e ostile da sembrare una dichiarazione di guerra al
cittadino-contribuente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Il fascicolo 1 di UNICO - utilizzabile da
chi ha solo redditi di terreni, dei fabbricati, di lavoro dipendente e
assimilati - prospetti da compilare più istruzioni, pesa quasi mezzo
chilogrammo (410 grammi per l’esattezza). Consta di 112 pagine di istruzioni in
formato A4 e di 8 + 8 prospetti da compilare, sempre in formato A4. In
alternativa, al modello standard alcuni contribuenti, possono compilare UNICO MINI.
Solo 24 pagine di istruzioni e 4+4 prospetti da compilare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Molti contribuenti avranno anche altri
redditi, di partecipazione, soggetti a tassazione separata, plusvalenze
finanziarie, ecc. per cui dovranno utilizzare anche il fascicolo 2. Vale a dire
altre 48 pagine di istruzioni e 8+8 prospetti da compilare. Peso, circa 160
grammi. Lavoratori autonomi, professionisti e imprenditori dovranno utilizzare
anche il fascicolo 3. Il quale si compone di 86 pagine di istruzioni e 16+16
prospetti da compilare. Infine, alcuni di questi ultimi dovranno compilare il
prospetto “Indicatori di normalità economica”, una mezza paginetta (Deo
gratias) per la quale basterà leggere 7 pagine di istruzioni. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Complessivamente UNICO PF 21013, con i
suoi 3 fascicoli, pesa quasi un chilogrammo (e speriamo che sia carta
riciclata). In tutto ci sono 253 pagine di istruzioni formato A4 e, un
contribuente che avesse tutte le tipologie di reddito, arriverebbe a compilare
29+29 prospetti analitici, zeppi di dati. Per pagare le imposte dovute, poi,
dovrà compilare in 3 copie il modello F24, corredato di due pagine di
istruzioni nelle quali, però, non figurano i codici tributo (Irpef a saldo e in
acconto, addizionale regionale e comunale, ecc.) che andranno ricercati
altrove. E finalmente potrà recarsi in banca o in posta a fare il proprio
dovere di cittadino-contribuente. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Quanto ai contenuti da riportare nei
prospetti di UNICO facciamo solo l’esempio del rigo RN10 Detrazione per redditi
di lavoro dipendente. Per un lavoratore che abbia in busta paga 1.000 euro
netti al mese e quindi un reddito lordo annuale di circa 27.000 <span style="text-transform: uppercase;">€ </span>(a questo porta il cuneo fiscale)
bisogna operare il calcolo seguente (pag.72 fascicolo 1 di UNICO).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">1)<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Quoziente
= (55.000-Reddito per detrazioni)/40.000<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Se il Quoziente è superiore a
zero e minore di uno devono essere utilizzate le prime quattro cifre decimali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">2)<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Detrazione
spettante = [ 1.338 x Quoziente x (N.giorni lav.dip/365) ]<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 36.0pt; margin-right: 0cm; margin-top: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-align: justify; text-indent: -18.0pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: Garamond; mso-fareast-font-family: Garamond;">3)<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Se
il reddito per detrazioni è superiore a euro 23.000 e non è superiore a euro
28.000 la detrazione come sopra determinata deve essere aumentata di un
determinato importo, come descritto nella tabella che segue: (omissis).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">L’altro giorno, immerso in questi
calcoli, mi è tornata alla mente la visita che feci, qualche anno fa, ad uno
zio stabilitosi in Francia. In particolare a quando il discorso cadde sulle
imposte. Lo zio disse che proprio nei giorni precedenti gli era stata
recapitata (N.B.) a mezzo posta la “Proposta di dichiarazione dei redditi”,
compilata dai competenti uffici. Da un cassetto, infatti, trasse un foglio (1)
formato A4 in cui erano riportati tutti i redditi suoi e della moglie. Nella
fattispecie due pensioni, due case e un terreno (NB). In fondo alla seconda
facciata era riportata l’imposta netta. Che lo zio aveva già pagato, perché non
aveva elementi da far rettificare. Solo in quel caso egli si sarebbe recato
all’ufficio fiscale, o avrebbe mandato per posta o in via telematica, una
domanda di rettifica che sarebbe stata immediatamente accolta, nel caso
sussistessero gli elementi necessari.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Un conoscente che ha soggiornato e
lavorato in Canada mi assicura che in quel paese vige un sistema simile a
quello francese e chissà in quanti altri, le cose stanno più o meno così.
Difficile credere, invece, che ci siano al mondo sistemi fiscali più
farraginosi del nostro. Non ci sono altre possibilità:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> -o
i nostri politici e amministratori non lo sanno;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> -o
lo sanno e, nonostante ciò, non provvedono alle necessarie riforme.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">E davvero non si sa quale, delle
due, sia l’ipotesi peggiore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a><o:p></o:p></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-47610282765252658322013-05-20T09:02:00.001-07:002013-05-20T09:02:23.090-07:00COSTI DELLA POLITICA E FINANZIAMENTO AI PARTITI<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt;">
<b style="text-align: justify;"><span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;">Possono essere ridotti con un Sistema elettorale basato su Collegi
uninominali o Circoscrizioni di piccole dimensioni (con pochi elettori e numero
minimo di eletti).</span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;">I primi sono presenti tanto nel maggioritario a turno unico
anglosassone, nel doppio turno francese e, in parte, persino nel sistema
proporzionale tedesco. Le Circoscrizioni ridotte, invece, correggono i sistemi
proporzionali in Spagna e Svizzera.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;">Le Preferenze, da tutti invocate, non sono sufficienti per
reintrodurre una democrazia compiuta in
Italia e possono nascondere qualche insidia, se introdotte in un Sistema
elettorale basato su Circoscrizioni plurinominali di grandi dimensioni.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;">Il dibattito sul finanziamento
pubblico dei partiti è più che mai aperto. Il confronto tra chi vuole abolirlo
(lo avevamo già fatto con un referendum!) e chi vuole mantenerlo (dopo la
reintroduzione mascherata da rimborsi elettorali) si arricchisce di nuovi
contributi. Su L’Espresso, il direttore Bruno Manfellotto si domanda: “ Ma è
davvero una buona idea togliere tutti i soldi ai partiti?” e risponde che
“abolirlo del tutto sarebbe un errore colossale”. Il direttore ci ricorda anche
che “In tutta Europa non c’è democrazia che non abbia una qualche forma di
sostegno pubblico”. Riporta le cifre che si spendono in Francia e Spagna, di
poco inferiori a quelle italiane, e in Germania, tre volte tanto i sussidi
nostrani.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> Il direttore de L’Espresso spiega, infine,
che senza i soldi pubblici potrebbe affacciarsi alla politica solo chi ne ha
tanti di propri, chi ha il favore delle lobby e dei potentati, chi può pagarsi
una costosa campagna elettorale. Tali preoccupazioni sono state espresse più
volte, soprattutto dai partiti del centro sinistra, dalle compagini minori e da
quanti ambivano a entrare nelle istituzioni con una nuova formazione. Il
problema esiste ed è serio in una democrazia che voglia continuare a essere
tale e magari anche consolidarsi, raggiungere gradi superiori di attuazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> E’ possibile che non ci siano ancora le
condizioni per abolire del tutto il sostegno pubblico al sistema politico che
assicura la democrazia. Ma il tempo delle generose e incontrollate elargizioni
di denaro pubblico ad associazioni private (tali sono i partiti) è ormai scaduto.
Oltre alle “leggi chiare e controlli ferrei” invocati, direi che ci sono tutte
le premesse per una drastica riduzione di finanziamenti e rimborsi ai partiti,
alla politica in genere e ai politici di ogni ordine e grado. Si pensi solo al potenziale già espresso e
ancora da espandere dei nuovi media per la comunicazione, la consultazione, l’aggregazione
politica e per forme di democrazia diretta. Il tutto a costi ridottissimi
rispetto alle modalità tradizionali. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eeeeee;"><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> In ogni caso, le maggiori garanzie di
accesso alla politica, per tutti e non solo per chi ha grandi risorse
finanziarie e mediatiche, le può offrire solo un adeguato Sistema elettorale. E
così pure una drastica riduzione dei costi per le campagne elettorali, dei
partiti e dei singoli candidati. Ingenti somme per la propaganda sono
necessarie con i Sistemi elettorali che prevedono grandi circoscrizioni con
l’elezione di più candidati. Ingentissime, poi, sono le somme da spendere per
prevalere in un “S</span><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">istema plurinominale,
applicato a un collegio unico nazionale”, l’attuale metodo di elezione per la
Camera in Italia.</span><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Con
questo sistema prevarrà sempre chi ha molti mezzi e grande visibilità/notorietà
(non necessariamente connesse alle capacità politiche o amministrative). <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> Con i collegi elettorali piccoli e
compatti (e conseguentemente uninominali) un candidato noto e apprezzato in ambito
locale (per la sua vicenda amministrativa, politica, professionale,
associativa, culturale, …) può spuntarla con modestissime spese anche nei
confronti di “potenti e paracadutati”. E’ successo in molti casi al tempo del
“Mattarellum” che prevedeva l’elezione del 75 per cento dei deputati in collegi
uninominali. Questa valenza, veramente democratica e anti-oligarchica, ha
decretato la fine di quel sistema elettorale che non ha trovato paladini né a
destra né a sinistra. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> Si rifletta sul fatto che non solo il
Sistema maggioritario a un turno anglosassone e quello a doppio turno francese
si basano su collegi uninominali e quindi di piccole dimensioni, ma, addirittura,
nel Sistema proporzionale tedesco la metà dei deputati, 299, viene eletta in
altrettanti collegi uninominali e l’altra metà attraverso il voto alle liste di
partito nel Collegio unico nazionale. Anche in Spagna e Svizzera sono in vigore
dei Sistemi proporzionali corretti, proprio mediante la riduzione delle
Circoscrizioni. Per quanto sopra si può ritenere che l’adozione dei Collegi
uninominali o di Circoscrizioni elettorali di ampiezza ridotta siano un
elemento fondamentale per la reintroduzione della democrazia in Italia dopo la
sospensione <i>de facto </i>attuata con il <i>Porcellum. </i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> Infine, bisogna considerare che le
Preferenze, da tutti invocate, non sono sufficienti per reintrodurre una democrazia compiuta in Italia e possono
nascondere qualche insidia se introdotte in un Sistema elettorale basato su
circoscrizioni plurinominali di grandi dimensioni. Se, per esempio, si volesse
modificare la legge attuale introducendo le preferenze e mantenendo il
“Collegio unico nazionale” per la Camera e i “Macrocollegi plurinominali per il
Senato” cambierebbe ben poco. Continuerebbero, infatti, a prevalere potenti, potentati e paracadutati, anche a
scapito dei competenti, perché i costi per una campagna elettorale, su scala
nazionale, sono inavvicinabili per i candidati e i cittadini normali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><span style="background-color: #eeeeee;"> <a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a></span><o:p></o:p></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-57794147960196019692013-05-17T23:58:00.000-07:002013-05-17T23:58:34.478-07:00LEZIONI AMERICANE, IL LAVORO ITALIANO NEGLI U.S.A.<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt;">
<span style="font-size: large;"><b style="text-align: justify;"><span style="font-family: Garamond;">Nei giorni scorsi i visitatori americani di questo blog hanno
superato quelli dell’Italia. Negli Stati Uniti risiede il quindici per cento
dei lettori della </span></b><b style="text-align: justify;"><span style="font-family: 'Comic Sans MS';">VOCE CIVICA</span></b><b style="text-align: justify;"><span style="font-family: Garamond;">. Non conosco la ragione ma mi fa piacere. Voglio omaggiare chi mi
legge dagli <i>States </i>con un ricordo
delle mie trasferte di lavoro a Fort Worth – Texas.</span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond;"><span style="font-size: large;">Per molti anni ho fatto parte di un gruppo di lavoro dedito ai
trasferimenti di know-how dall’Italia in tutto il mondo. Il mio ruolo era la
formazione del personale locale, insegnavo loro a padroneggiare una tecnologia
italiana, derivata dagli studi che valsero al professor Natta il premio Nobel
per la chimica. <o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond;"><span style="font-size: large;">Da quelle esperienze ho tratto un manoscritto “La Valigia di Pelle –
per il mondo al tempo della globalizzazione”. Di quel libro, in attesa di
pubblicazione, riporto il primo racconto.</span><span style="font-size: medium;"><o:p></o:p></span></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> </span></b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a><o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: center;">
<b><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><i>La voliera più grande del mondo</i><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"><i>Gli Stati Uniti sono una terra di
molti contrasti, tenuti insieme da una capacità d’integrazione che riesce a far
convivere popoli e culture, climi e paesaggi affatto omogenei, architetture
neoclassiche e grattacieli, i veicoli spaziali e i calessi degli Amish. Già arrivando sopra New York con
un volo dall’Europa, si nota il “contrasto armonico” tra la Statua della
Libertà e lo skyline di Manhattan.
Giungendo, poi, all’aeroporto di Dallas –
Fort Worth, meta finale del nostro viaggio di lavoro, inizia un percorso
tra elementi contrastanti di ogni tipo e che pure coesistono senza sforzo apparente.
Dall’avveniristico complesso aeroportuale texano al downtown di Fort Worth, “il luogo dove comincia il West”, si compie un viaggio avventuroso
nello spazio e nel tempo. Il centro storico della città, infatti, è stato
mantenuto come ai tempi della “frontiera” e quando c’è la fiera, si vedono
ancora i cavalli legati alla staccionata fuori dei saloon. </i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <i><b> </b></i></span><em><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">Quando giungemmo negli uffici della società di cui
eravamo consulenti, la cosa che più ci colpì fu il contrasto tra i computer e
le scrivanie su cui erano posati. Modernissimi i primi, modelli non ancora
disponibili in Italia. Le scrivanie, invece, ci riportarono indietro agli anni
cinquanta, alle cattedre di legno massiccio delle nostre maestre. Più tardi </span></em><em><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">Mr. Lawson</span></i></em><em><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> ci spiegò che, in fondo, una scrivania è solo un piano
di appoggio e lavoro: fin che svolge questa funzione, non c’è motivo di
cambiarla. Questa fu solo la prima lezione di “analisi del valore” che
apprendemmo in quella trasferta.</span></em></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<em><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> La
seconda lezione arrivò per gradi nei giorni seguenti. Per il nuovo impianto,
acquisito chiavi in mano in Italia, l’azienda texana stava costruendo un nuovo
stabilimento. La prima volta che ci portarono in cantiere era già in piedi la
struttura in carpenteria metallica. Dissero che sarebbe stato pronto nel giro
di due settimane. Non dubitammo pensando a un rivestimento e alla copertura in
pannelli prefabbricati. Invece, nei giorni seguenti, l’involucro del fabbricato,
falde del tetto comprese, fu rivestito da una rete metallica leggera, tipo
quella usata per i pollai. Sembrava un’enorme voliera. Aspettammo e vedemmo
che, poi, cominciando dal tetto, sulla rete venivano stesi dei rotoli di
materiale isolante supportato, verso l’interno del fabbricato, da una pellicola
di plastica bianca. Infine all’esterno, fissandole con viti ai correnti
metallici della struttura, furono fissate delle lamiere grecate, con la
classica funzione di tamponamento con adeguata resistenza. Montate le porte nei
vani predisposti, essendo privo di finestre per evitare le dispersioni
termiche, il capannone era in pratica finito. <o:p></o:p></span></em></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify; text-indent: 17.0pt;">
<em><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">Mr.
Hopkins</span></i></em><em><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">, concluse la seconda
lezione di “analisi del valore” facendoci osservare che, in fondo, la funzione
propria del fabbricato, contenere in sicurezza e confortevolmente addetti,
impianti e materiali, era soddisfatta. Ma io resto dell’idea che, in questo
caso, abbia ragione il legislatore europeo che impone nei luoghi di lavoro
un’adeguata finestratura, di cui una parte apribile, perché i lavoratori abbiano
luce e aria naturale. Che d’altronde sarebbe bene assicurare anche ai polli.<o:p></o:p></span></em></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-43104270453189913902013-05-16T07:00:00.002-07:002013-05-16T07:04:28.092-07:00I DIRITTI ACQUISITI, GIUSTE TUTELE O PRIVILEGI LEGALIZZATI? <br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt; text-align: justify;">Di fronte a certe situazioni
italiane, inaccettabili e apparentemente inamovibili, si è presi dallo
sconforto. Viene da pensare se sia mai possibile che nessuno ci pensi, vada al
fondo delle questioni, ne scopra le origini e proponga dei rimedi. A ben
guardare, però, qualcuno che ci pensa si trova. Dalla massa delle informazioni
che ci sommergono, si possono ancora estrarre dei passi interessanti che
andrebbero meditati e tradotti in provvedimenti. Ne riporto uno dal quotidiano
Il Gazzettino del 16 maggio. Si tratta di un intervento del Deputato di Scelta
Civica Enrico Zanetti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<b><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> “Questo paese è bloccato dalla logica del
diritto acquisito e lo è doppiamente perché, nella sua sistematica incapacità
di assumere decisioni e di fare distinguo tra situazioni virtuose e viziose,
pretende di tutelare acriticamente qualsiasi posizione maturata o anche mera
aspettativa, senza neppure distinguere tra quelli che sono in effetti diritti
da tutelare e quelli che sono oggettivamente privilegi da smantellare. Bisogna
passare dalla logica del diritto acquisito a quella del diritto sostenibile, in
forza del quale l’unico diritto che può considerarsi acquisito è quello che può
continuare ad essere acquisito anche da chi non ne è già titolare”.<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Questo il passaggio cruciale dell’onorevole
Zanetti. Parole sacrosante che andrebbero scolpite sopra gli scranni dei
legislatori, perché – in effetti – i diritti acquisiti traggono normalmente origine
da una legge approvata dal Parlamento. Norma che si vorrebbe mantenere immutata
anche a fronte di cambiamenti epocali. Rispetto
a quanto scrive il deputato di Scelta Civica, io mi domando, e non da ora, se si
può considerare acquisto un diritto che non è commisurato, correlato al diritto
degli altri che si trovino nella medesima situazione. Se è diritto un
provvedimento legislativo che nella pratica realizza una disparità tra soggetti
e situazioni equiparabili. Se è diritto un provvedimento particolare che non
tiene conto del contesto generale. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> La legislazione del lavoro e
previdenziale, quella relativa alle attività economiche private e al pubblico
impiego hanno generato tutta una serie di “diritti acquisiti” che sono
insostenibili e non più raggiungibili da nuovi soggetti, come dice l’onorevole
Zanetti. E spesso non sono correlati ai (non) diritti di altri e commisurati
alle reali condizioni del paese, aggiungo io. I “diritti acquisiti” da alcune categorie nel
passato limitano, ora, i diritti dei giovani a un lavoro non precario e degli
anziani a trattamenti pensionistici adeguati. Le riforme promesse e necessarie
dovranno tenerne conto. Anche andando a commisurare i “diritti acquisiti” da
alcuni, al diritto di tutti e alle possibilità del Paese.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-80834606794855343922013-05-14T07:15:00.000-07:002013-05-14T07:15:22.793-07:00INTERNAZIONALIZZAZIONE O DELOCALIZZAZIONE PRODUTTIVA?<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<strong><span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;">Quale
ruolo hanno svolto alcune agenzie pubbliche nel trasferimento di attività
produttive italiane all’estero?</span></strong></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<strong><span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;">E
quale, invece, avrebbero potuto e dovuto svolgere per il consolidamento dell’economia
nazionale in tempo di globalizzazione dei mercati?<o:p></o:p></span></strong></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eeeeee;"><strong><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt; font-weight: normal;">Per la tenuta delle imprese e
dell’occupazione giocano (o dovrebbero giocare) un ruolo importante anche le
finanziarie statali e regionali che hanno per oggetto sociale la promozione
internazionale del sistema economico-produttivo italiano. Per esempio, in
quella che era la locomotiva italiana, il mitizzato Nordest, operano Finest e
Informest. Due finanziarie locali partecipate dalle regioni Friuli Venezia
Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige. La prima “Finanzia con strumenti mirati</span></strong><span class="apple-converted-space"><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> </span></span><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">gli imprenditori che
intendono svilupparsi all'estero”. La seconda ha “L’obiettivo di promuovere lo
sviluppo economico e i processi di internazionalizzazione”.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> In pratica le due società hanno aiutato le
imprese del Nord-est, in particolare del Friuli Venezia Giulia e del Veneto a
de-localizzare, in altre parole a trasferire stabilimenti e produzioni oltre l’ex
cortina di ferro. Hanno utilizzato i soldi dei contribuenti, provenienti in
gran parte dalle imprese e dai lavoratori italiani, per spostare il lavoro
dall’Italia in altri paesi. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eeeeee; font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> Ora che il processo “di
internazionalizzazione” delle imprese è quasi compiuto, si potrebbe (e forse si
dovrà) cambiare la loro <b><i>mission</i></b>. Bisognerà che, dopo aver
assistito gli imprenditori a de-localizzare le attività produttive, si aiutino
i giovani e i lavoratori in genere a internazionalizzarsi, cioè a emigrare in
cerca di fortuna, come facevano i loro padri e nonni, che dal Nordest – prima del
boom – emigravano in massa. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="background-color: #eeeeee;"><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> Le imprese del Nordest avevano bisogno di
assistenza, e di processi aggregativi, per sviluppare i mercati esteri, non per
trasferirvi le produzioni. O almeno non con il sostegno pubblico. Un solo
esempio: il Nordest ha le capacità produttive per realizzare quasi tutto ciò
che si può trovare nella famosa catena svedese di arredi e complementi per la casa.
Manca, appunto, la capacità commerciale adeguata e innovativa che ha saputo
creare il signor </span><i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">Ingvar Kamprad<span style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial;">.</span></span></i><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;"> Il quale è capace persino
di rivenderci i nostri stessi prodotti, visto che molti articoli che noi
compriamo nei centri commerciali che ha aperto in Italia, sono fabbricati (sino
a ora) nei nostri mobilifici.<strong><o:p></o:p></strong></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt;">
<strong><span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt; font-weight: normal;"><span style="background-color: #eeeeee;"> <a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a></span><span style="background-color: white;"><o:p></o:p></span></span></strong></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-58947283093374405452013-05-11T01:33:00.001-07:002013-05-11T01:33:57.205-07:00TERRITORIO ITALIANO DA RECUPERARE E RILANCIARE<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt;">
<span style="font-family: Garamond;"><b><span style="font-size: large;">Serve un nuovo modello di
organizzazione delle istituzioni territoriali, riconoscendo che le aree
metropolitane e quelle rurali hanno problematiche ed esigenze diverse, che
devono essere gestite autonomamente le une rispetto alle altre. <o:p></o:p></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt;">
<span style="font-family: Garamond;"><b><span style="font-size: large;">Com’è in Germania, Svizzera e
Austria, dove il territorio non è in declino come in Italia e le città non sono
state devastate dalla cementificazione indotta dall’inurbamento forzato dalle
politiche centralistiche dello stato e delle regioni.</span><span style="font-size: x-large;"><o:p></o:p></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt;">Quando si vola dall’Italia in
Germania, passando o dalla Svizzera o dall’Austria e, soprattutto, quando si fa
il tragitto inverso, si nota in modo chiaro un fatto che non depone a nostro
favore. Di giorno e con il cielo limpido, le città, i paesi e i borghi,
tedeschi, svizzeri e austriaci, risaltano compatti nel verde circostante. Non
una casa, un fabbricato di qualsiasi specie e destinazione, è posto fuori dai
perimetri urbani, grandi o piccoli. A un certo punto, il panorama muta: sotto
di noi sfilano ammassi edificati più o meno densi, le costruzioni sono sparse
ovunque, non c’è un chilometro quadrato di verde libero. E’ il segnale che
l’aereo ha passato il confine: siamo sopra l’Italia.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-indent: 17pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Quando in treno o
in auto si attraversano le valli svizzere e austriache e soprattutto quando,
per qualsiasi motivo, ci si inoltra in quelle secondarie, si nota la vitalità
dei paesi di montagna. Anche quelli non “benedetti” da madre natura e dallo “zio
turismo” sono vivi e non denotano il fenomeno dello spopolamento così diffuso
nella nostra montagna, che ha lasciato indenne dal fenomeno solo le perle
turistiche. Perché? Si domanda il cittadino curioso, più che il tecnico. Le
risposte sono più di una ma non vi è dubbio che la principale attenga
all’organizzazione e gestione territoriale delle istituzioni, assai diverse,
rispetto all’Italia, in Germania, come in Svizzera e in Austria.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-indent: 17pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">La Germania, è noto
a tutti, è una repubblica federale, composta, dopo la riunificazione, da sedici
stati federati. I <i>länder, </i>tenuto
conto delle differenze, si collocano allo stesso livello delle regioni
italiane. Meno note, a quel che si legge, sono alcune interessanti
caratteristiche della suddivisione amministrativa. Queste peculiarità, sono in
buona parte presenti anche in Austria e Svizzera, gli altri due stati federali
a noi vicini. Senza entrare nel dettaglio, non è questa la sede, si riportano
quegli elementi che potrebbero (dovrebbero!) essere considerati anche in Italia
per la riforma delle autonomie locali di cui si sta discutendo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-indent: 17pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">In Germania, come
nel resto d’Europa, l’istituzione di base, e più vicina al cittadino, è il
comune. Tra il comune e il <i>land</i> (equiparabile
alle nostre regioni, almeno in parte)<i> </i>si
colloca il “circondario” che è una federazione di comuni, preposta all’erogazione
dei servizi locali (di area vasta) per i quali i comuni sono troppo piccoli e i
<i>länder </i>troppo grandi e “distanti”. In
pratica i circondari tedeschi (e i distretti austriaci e svizzeri) sono i
corrispettivi delle province italiane, ma con almeno tre differenze sostanziali
che li rendono più efficaci, più condivisi dalla popolazione e sostanzialmente
più democratici. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-indent: 17pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Sono più compatti e
omogenei; sono in pratica delle federazioni di comuni con pari dignità e senza
la preminenza di una città capoluogo. Proprio l’inquadramento separato delle
città, costituisce l’elemento più interessante.
Queste ultime (generalmente quelle con più di cinquantamila abitanti, ma
alcune sono anche più piccole) sono definite “città extracircondariali”, sono
allo stesso tempo comune ed ente intermedio, con il sindaco che fa anche le
funzioni che nei “circondari rurali” svolge il presidente degli stessi. Questa distinzione
amministrativa riconosce un fatto inemendabile, in altre parole che gli ambienti
urbani e quelli territoriali hanno problematiche, esigenze e, persino,
mentalità dei residenti, differenti e porta a soluzione i problemi che ne derivano,
assegnando l’amministrazione delle città ai cittadini e del territorio agli
abitanti dello stesso. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-indent: 17pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Questa è la ragione
principale che ha evitato a Germania, Svizzera e Austria il degrado e lo
spopolamento del territorio (anche di quello montano) e l’accrescimento caotico
e problematico, da tutti i punti di vista, dei capoluoghi, che sarebbe arduo
definire sviluppo. Questi Stati hanno saputo e voluto governare omogeneamente
lo sviluppo territoriale, attuando il principio di equivalenza e pari dignità
delle comunità, urbane e rurali, grandi e piccole, di pianura e di montagna, assegnando
a ciascuna una sufficiente autonomia per il governo locale e la ricerca delle
forme confacenti di sviluppo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-indent: 17pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Per esemplificare
l’articolazione del sistema amministrativo tedesco si può considerare il <i>land </i>della Turingia, uno dei più piccoli
tra quelli territoriali. Bisogna ricordare che tre <i>länder</i>, Berlino, Amburgo e Brema, sono “città stato”, in altre
parole privi di territorio extraurbano. Anche questa è una particolarità che
potrebbe interessare in certi casi: per la capitale in relazione a ruolo e
popolazione, o per Trieste, privata del territorio dopo la guerra.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-indent: 17pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> La Turingia ha un’estensione di poco inferiore
a quella del Veneto (16.000 kmq contro 18.000) e una popolazione di 2.200.000
abitanti (circa la metà del Veneto). Il <i>länder
</i>tedesco è costituito da 936 comuni, aggregati in 17 circondari rurali e con
sei città extracircondariali per un totale di 23 enti intermedi. Per confronto
il Veneto è costituito da 581 comuni, distribuiti in sette province. Le medie
sono, per la Turingia: 2.350 abitanti per comune e 95.000 per ciascun ente
intermedio (circondario). In Veneto ci sono in media 8.600 abitanti per comune
e 714.000 per provincia (ente intermedio). Si deve anche notare che, al posto
dei sette capoluoghi, nel <i>land</i>
tedesco vi sono sei “città extracircondariali” con abitanti che vanno dai
38.000 della più piccola ai 205.000 di <i>Erfurt</i>
che è la capitale dello stato federato. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-indent: 17pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Si può notare
l’alto numero dei municipi tedeschi a presidio di tutti i borghi e, ovviamente,
con una struttura, funzioni e costi minimi, perché la gran parte dei servizi di
prossimità è assicurata dai circondari che hanno la dimensione ottimale per
gestirli con efficacia e in economia. Circondari che sono costituiti da
federazioni di comuni compatte e omogenee che hanno tra di essi “<i>stretta integrazione territoriale e in
ordine alle attività economiche, ai servizi essenziali alla vita sociale,
nonché alle relazioni culturali e alle caratteristiche territoriali”. </i>Caratteristiche,
queste ultime, che mancano spesso, e in misura rilevante, alle province italiane.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12pt; text-indent: 17pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;">Si leggono in
Italia delle proposte che, anziché avvicinare l’articolazione amministrativa a
quelle già dimostratesi efficaci nei paesi vicini, se ne discostano. Basti pensare
all’ipotesi di soppressione dei piccoli municipi; al mantenimento (o alla
creazione) di enti intermedi ancora più grandi, rispetto alle attuali province
e, per conseguenza, ancora più disomogenei e “distanti” dalla popolazione; al
mantenimento dei privilegi ai capoluoghi, come la sistematica destinazione di
maggiori fondi “pro-capite”, rispetto alle città non capoluogo e ai paesi del
territorio. Preoccupa che nessuno ne parli, nessuno citi l’organizzazione amministrativa
degli stati vicini. Viene da chiedersi se gli “addetti ai lavori” non ne siano
a conoscenza o, pur sapendo, tacciano ed è difficile giudicare se sia peggiore
l’una o l’altra delle due sole alternative possibili. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-6125246514045962815.post-35915207942127173132013-05-08T02:07:00.003-07:002013-05-08T05:26:45.769-07:00L’IRRESPONSABILITA’ DISTRUGGE L’ITALIA<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt;">
<span style="font-family: Garamond; text-align: justify;"><b><span style="font-size: x-large;">I programmi satirici continuano a documentare dipendenti pubblici che timbrano e non vanno al lavoro. </span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt;">
<span style="font-family: Garamond; text-align: justify;"><b><span style="font-size: x-large;">Di chi è la responsabilità? E cosa è necessario fare? Subito e coinvolgendo tutti i livelli.</span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt; text-align: justify;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14pt; text-align: justify;">Infine, anche i dipendenti del
Senato della Repubblica sono stati immortalati dalle telecamere mentre timbrano
il cartellino di ingresso al lavoro e se ne vanno a spasso o fare i loro
comodi. Siamo al penultimo stadio, più in lato c’è solo il colle del Quirinale.
Quando anche uno solo dei dipendenti della prima carica istituzionale sarà
immortalato in simile atteggiamento, lo scempio sarà completo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Da anni le trasmissioni satiriche
certificano il fenomeno, prima e più di quelle d’inchiesta o delle magistrature
ordinarie e contabili. Dai vari servizi andati in onda, pare che il fenomeno
non sia circoscritto che, anzi, sia diffuso in molti dei servizi pubblici e a
tutte le latitudini. In questo l’Italia è unita e uniforme, da Trieste a
Trapani. Fa rabbrividire che continui nonostante la crisi, la disoccupazione,
le aziende che chiudono, le molte persone che arrivano a gesti estremi. Ebbene
nonostante tutto ciò c’è chi incassa regolarmente uno stipendio senza aver corrisposto
per intero le prestazioni che giustificherebbero la remunerazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Ciò fa sorgere delle domande laceranti e
inquietanti: com’è possibile che si sia giunto a tanto? Che continui ancora con
l’Italia e tanta parte degli italiani in ginocchio? Chi governava (controllo
politico) e chi dirigeva (controllo manageriale) negli anni in cui questa
prassi si è instaurata, dilatata e consolidata? Che cosa intendono fare i nuovi
governanti e il management pubblico per stroncare alla radice queste truffe ai
danni dello stato, dei contribuenti e dei cittadini tutti? Non era così nei
primi decenni del dopoguerra come ho riferito in uno scritto precedente (cfr.
“La responsabilità salverà l’Italia”). La deriva è cominciata negli anni
Settanta ed è dilagata nei decenni successivi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> E’ strabiliante osservare la reazione dei
“responsabili” quando vengono loro mostrati i filmati dei collaboratori che
timbrano per i colleghi assenti o che registrano l’entrata al lavoro e se ne
vanno. Cadono dalle nuvole! Non si vuole e non si può generalizzare, ma ciò fa
emergere che molti dei dirigenti e responsabili ai vari livelli della pubblica
amministrazione sono inadeguati a ricoprire la funzione, sono letteralmente
irresponsabili, perché non rispondono, come dovrebbe ogni coordinatore, delle
prestazioni di tutti e di ognuno dei propri collaboratori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> Il cartellino marcatempo è stato
introdotto molto tardi nelle pubbliche amministrazioni, ben prima era in uso
nelle industrie e attività private. Lo scopo era ed è quello di rilevare la
presenza dei lavoratori ai fini del calcolo delle ore da retribuire, uno
strumento di ausilio per l’ufficio del personale più che per i capireparto e
capiufficio. I quali devono conoscere, direttamente o tramite i servizi di
staff, l’organizzazione del lavoro e dei lavoratori subordinati, in ogni
istante passato, presente e futuro (programmazione, controllo avanzamento,
ecc.). Chi dirige, coordina, conduce un gruppo di collaboratori deve conoscere
i contenuti, qualitativi e quantitativi, del lavoro e quindi programmare
l’attività del gruppo e di ciascun addetto. Avendo sempre chiaro che il
responsabile risponde dell’operato di tutti e di ognuno, ovvero della quantità e
qualità delle prestazioni svolte in un dato tempo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> I fatti che la televisione ci ha più volte
documentato dimostrano che molti funzionari pubblici non sono responsabili
delle unità che presiedono; non ne hanno il controllo. Sono stipendiati da
dirigenti, ma, di fatto, non dirigono. Bisogna assolutamente reintrodurre nella
pubblica amministrazione la responsabilità di comportamento e soprattutto di
risultato. Pare che il presidente Grasso, vedendo in anteprima i filmati che
mostravano i dipendenti del Senato “all’opera”, abbia assicurato che i
responsabili saranno puniti. Confidiamo che lo faccia, anche perché al vertice
della struttura e, quindi, primo responsabile è proprio lui.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <a href="mailto:umuzzatti@gmail.com">umuzzatti@gmail.com</a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Garamond; font-size: 14.0pt;"> <o:p></o:p></span></div>
U.Muzzattihttp://www.blogger.com/profile/03574824322910523268noreply@blogger.com0