Per il centro sinistra bisogna “mettere un poco di
lavoro”. Per il centro destra è urgente “rilanciare l’economia”. Anche gli
altri due movimenti, presenti in Parlamento, dichiarano prioritario lavoro ed economia.
Che cosa possono e devono fare il Parlamento e il nuovo Governo, quando ci
sarà?
Di certo non potranno stabilmente
e proficuamente aumentare l’occupazione con un indiscriminato ampliamento del
pubblico impiego. Se siamo qui, in queste condizioni, lo dobbiamo anche (ma non
solo) alle infornate di dipendenti assunti, per calcolo elettorale e
clientelare, più che per piani di sviluppo e reali esigenze delle varie
amministrazioni. Intendiamoci: il complesso del pubblico impiego è
fondamentale, indispensabile per lo sviluppo di uno Stato moderno ed
efficiente. Per questo deve essere qualificato, motivato, responsabilizzato. Al
contempo, però, deve essere dimensionato in base alle reali esigenze e
possibilità del paese. Il pubblico impiego del futuro dovrà essere mirato e
esclusivamente ai servizi da svolgere, quindi, necessariamente più snello.
E’ impensabile, anche, viste le esperienze
passate, interne e internazionali, un ritorno all’industria di Stato, alle
partecipazioni pubbliche in economia. Se, quindi, lo Stato non può direttamente
dare “un poco di lavoro” e “rilanciare l’economia”, cosa può realmente fare per
tali scopi? Che a tutti appaiono prioritari e con risvolti armai drammatici per
molti, dai giovani disoccupati, a quanti perdono il lavoro nella maturità; dai
dipendenti, ai professionisti; dagli autonomi ai piccoli e medi imprenditori?
Lo Sato può e deve creare le condizioni
perché riparta l’economia e con questa l’occupazione. Questo è il suo ruolo! Un
ruolo strategico nella fase attuale dello sviluppo mondiale e della
globalizzazione dell’economia. Bisogna ricreare le condizioni per fare cessare
l’esodo delle imprese, degli imprenditori, dei soggetti qualificati. Bisogna
far rientrare, almeno una parte, di quanti hanno delocalizzato le loro
attività, il lavoro, se stessi. Bisogna attrarre imprese e investimenti esteri.
Bisogna che lo spirito imprenditoriale, creativo, lavorativo degli italiani,
delle nuove leve soprattutto, possa svilupparsi in loco.
Solo lo Stato può ripristinare le
condizioni perché ciò avvenga. Per questo il nuovo Governo e il Parlamento
devono:
-Delegificare, ovvero ridurre e
semplificare il quadro normativo; siamo la nazione con il più ipertrofico e
farraginoso corpus legislativo: meno norme e più chiare!
-Assicurare la certezza del
diritto e ridurre drasticamente i tempi della giustizia.
-Semplificare e snellire gli
adempimenti burocratici.
-Ridurre il carico fiscale,
diretto e indiretto, su imprese e lavoratori.
-Ridare dignità al lavoro e il
giusto riconoscimento sociale a chi lo pratica e lo procura.
-Adeguare le infrastrutture e
ridurne il costo di utilizzo.
-Mantenere elevati gli standard
formativi a tutti i livelli.
Questo lo può e lo deve fare lo Stato
e solo lo Stato. Non altro, come sussidi, incentivi, iniziative economiche
dirette, che servirebbero a poco e per un periodo limitato.
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