Il Capo dello Stato da anni, i Saggi nelle loro conclusioni, il neo Presidente del Consiglio, gran parte dei politici, i media, i commentatori e tutti - cittadini ed elettori - invocano una nuova legge elettorale. Tutti avanzano proposte, spesso per il proprio tornaconto.
Se non si vuole ricadere in un altro "pasticcio all' italiana", sarebbe bene discutere e definire, preliminarmente, le esigenze che s’intendono soddisfare e gli obiettivi che s’intendono perseguire con la nuova legge elettorale
Nei paesi democratici, anche
sostanzialmente simili come potrebbero essere quelli dell’Unione europea, i
parlamentari sono eletti con sistemi elettorali molto diversi. Si sa anche che
il “sistema perfetto” non esiste e che ciascuno di quelli in essere, o
sperimentati in passato, non assicura risultati “perfettamente democratici”. In
pratica, ogni sistema favorisce certi
aspetti e ne penalizza altri.
Resta da vedere in che misura e a cosa è data
priorità e, in ogni caso, se, attraverso le regole elettorali adottate, il
popolo riesce a esprimere, in grado sufficiente, la sovranità di cui è
titolare. Premesso che il sistema elettorale comprende l'insieme delle norme
che regolano le elezioni, il dibattito si concentra sui due elementi
fondamentali: il sistema di votazione
e il metodo per l'attribuzione dei seggi
o formula elettorale. Quest’ultima è classificabile in due categorie
fondamentali: maggioritaria e proporzionale alle quali si sono aggiunti, da
pochi decenni, i sistemi misti o corretti.
Negli ultimi tempi il dibattito sulla
legge elettorale ha ripreso vigore. Giustamente. Le discussioni vertono quasi
esclusivamente sui possibili sbocchi della nuova normativa. Schieramenti,
partiti, correnti e “saggi” avanzano le loro proposte basate più che altro sul
calcolo del proprio tornaconto. Così almeno i primi dell’elenco. E non si fanno
mancare nulla tra le possibili combinazioni di maggioritario e proporzionale;
con collegi uninominali e plurinominali; circoscrizioni grandi e piccole; turno
secco o doppio; liste bloccate e voto di preferenza; sbarramenti e premi di
maggioranza.
Però, se non si vuole ricadere in un'altra
anomalia tutta italiana dopo il “Sistema maggioritario plurinominale, nell’ambito di un
Collegio Unico Nazionale” in arte “Porcellum”, sarebbe bene discutere e
definire le esigenze che s’intendono soddisfare e gli obiettivi che s’intendono
perseguire con la nuova legge elettorale. Solo in questo modo si potrà chiarire
preventivamente se si sta ricercando un sistema equilibrato e sostanzialmente
democratico (posto che il perfettamente ancora non esiste) e si potrà
verificare poi, in che misura la legge approvata soddisfa i requisiti che si è
dichiarato di voler soddisfare.
Ex post è chiaro che il “Porcellum” perseguiva
attraverso le regole che lo caratterizzano il “voto limitato” già sperimentato
con scarso successo alla fine dell’ottocento (sic!) e lo scopo ultimo
conseguito è il regime delle oligarchie di partito. Il solo modo per evitare
simili e altre amare prospettive è di sapere ex ante a cosa mira e dove porta
un determinato sistema. Per questo bisogna incalzare i partiti e i politici
tutti a mettere in chiaro le specifiche dei loro progetti di legge che sono,
appunto, l’elenco dettagliato delle esigenze, dei bisogni e dei requisiti che
vogliono soddisfare con le loro proposte.
A tal fine è fondamentale il ruolo della
stampa, perché i rischi di una ricaduta sono dietro l’angolo. Un solo esempio: scottati
dalle liste bloccate, molti invocano il voto di preferenza. Ma attenzione, se
questo sarà associato a Circoscrizioni plurinominali molto vaste, ancora una
volta avranno mano libera le segreterie di partito; prevarranno i candidati con
grandi budget di spesa, i volti noti (il più delle volte per ragioni diverse
dalle capacità politiche o amministrative), i paracadutati, i “sempieterni”, con
il rischio (quasi la certezza) che porzioni importanti della società civile e del
territorio non avranno un proprio rappresentante tra gli eletti. E, peggio
ancora, che resteranno fuori molte persone competenti, nelle mentre le istituzioni
elettive saranno occupate da altri con minori competenze, per non parlare di
vocazione al bene comune e altri aspetti etici.
umuzzatti@gmail.com
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