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mercoledì 8 maggio 2013

L’IRRESPONSABILITA’ DISTRUGGE L’ITALIA


I programmi satirici continuano a documentare dipendenti pubblici che timbrano e non vanno al lavoro. 
Di chi è la responsabilità? E cosa è necessario fare? Subito e coinvolgendo tutti i livelli.

Infine, anche i dipendenti del Senato della Repubblica sono stati immortalati dalle telecamere mentre timbrano il cartellino di ingresso al lavoro e se ne vanno a spasso o fare i loro comodi. Siamo al penultimo stadio, più in lato c’è solo il colle del Quirinale. Quando anche uno solo dei dipendenti della prima carica istituzionale sarà immortalato in simile atteggiamento, lo scempio sarà completo.
     Da anni le trasmissioni satiriche certificano il fenomeno, prima e più di quelle d’inchiesta o delle magistrature ordinarie e contabili. Dai vari servizi andati in onda, pare che il fenomeno non sia circoscritto che, anzi, sia diffuso in molti dei servizi pubblici e a tutte le latitudini. In questo l’Italia è unita e uniforme, da Trieste a Trapani. Fa rabbrividire che continui nonostante la crisi, la disoccupazione, le aziende che chiudono, le molte persone che arrivano a gesti estremi. Ebbene nonostante tutto ciò c’è chi incassa regolarmente uno stipendio senza aver corrisposto per intero le prestazioni che giustificherebbero la remunerazione.
     Ciò fa sorgere delle domande laceranti e inquietanti: com’è possibile che si sia giunto a tanto? Che continui ancora con l’Italia e tanta parte degli italiani in ginocchio? Chi governava (controllo politico) e chi dirigeva (controllo manageriale) negli anni in cui questa prassi si è instaurata, dilatata e consolidata? Che cosa intendono fare i nuovi governanti e il management pubblico per stroncare alla radice queste truffe ai danni dello stato, dei contribuenti e dei cittadini tutti? Non era così nei primi decenni del dopoguerra come ho riferito in uno scritto precedente (cfr. “La responsabilità salverà l’Italia”). La deriva è cominciata negli anni Settanta ed è dilagata nei decenni successivi.
     E’ strabiliante osservare la reazione dei “responsabili” quando vengono loro mostrati i filmati dei collaboratori che timbrano per i colleghi assenti o che registrano l’entrata al lavoro e se ne vanno. Cadono dalle nuvole! Non si vuole e non si può generalizzare, ma ciò fa emergere che molti dei dirigenti e responsabili ai vari livelli della pubblica amministrazione sono inadeguati a ricoprire la funzione, sono letteralmente irresponsabili, perché non rispondono, come dovrebbe ogni coordinatore, delle prestazioni di tutti e di ognuno dei propri collaboratori.
     Il cartellino marcatempo è stato introdotto molto tardi nelle pubbliche amministrazioni, ben prima era in uso nelle industrie e attività private. Lo scopo era ed è quello di rilevare la presenza dei lavoratori ai fini del calcolo delle ore da retribuire, uno strumento di ausilio per l’ufficio del personale più che per i capireparto e capiufficio. I quali devono conoscere, direttamente o tramite i servizi di staff, l’organizzazione del lavoro e dei lavoratori subordinati, in ogni istante passato, presente e futuro (programmazione, controllo avanzamento, ecc.). Chi dirige, coordina, conduce un gruppo di collaboratori deve conoscere i contenuti, qualitativi e quantitativi, del lavoro e quindi programmare l’attività del gruppo e di ciascun addetto. Avendo sempre chiaro che il responsabile risponde dell’operato di tutti e di ognuno, ovvero della quantità e qualità delle prestazioni svolte in un dato tempo.
     I fatti che la televisione ci ha più volte documentato dimostrano che molti funzionari pubblici non sono responsabili delle unità che presiedono; non ne hanno il controllo. Sono stipendiati da dirigenti, ma, di fatto, non dirigono. Bisogna assolutamente reintrodurre nella pubblica amministrazione la responsabilità di comportamento e soprattutto di risultato. Pare che il presidente Grasso, vedendo in anteprima i filmati che mostravano i dipendenti del Senato “all’opera”, abbia assicurato che i responsabili saranno puniti. Confidiamo che lo faccia, anche perché al vertice della struttura e, quindi, primo responsabile è proprio lui.
                                                                                                 umuzzatti@gmail.com

    




   

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