UNA LEZIONE DI POLITICA ECONOMICA
TERRITORIALE
Tra vigne, meleti, spa e resort
Ubaldo
Muzzatti - 30 gennaio 2020
Con l’ingegnere partivamo in auto al pomeriggio per essere su in serata
e pienamente operativi il mattino dopo. Meta della trasferta l’Alto Adige, tra
Caldaro e Appiano. Qui in mezzo alle vigne e ai meleti, tenuti che è una
meraviglia, era insediata l’azienda per la quale stavamo lavorando in qualità
di consulenti di organizzazione industriale. Si pernottava in un alberghetto
che, ufficialmente, si fregiava di due sole stelle ma con struttura, confort e
servizio di ottimo livello che in molte altre località non si trovano in hotel
di prima categoria. Al mattino la colazione era un tripudio di delicatessen
locali e fatte in casa. La scelta era smisurata, anche nei periodi di bassa
stagione, quando io e l’ingegnere eravamo tra i pochi clienti. Naturalmente
l’edificio e tutto l’arredamento erano tipicamente tirolesi. In mezzo a tanto
legno, usato con sapienza, spiccava sul banco della reception il computer. Erano
i tempi in cui questo device faceva le prime apparizioni nelle medie e
grandi aziende industriali, mentre nelle piccole, nelle attività artigianali e
commerciali, almeno da noi, era ancora un oggetto poco conosciuto.
Al mattino raggiungevamo lo stabilimento. Passando in mezzo ai vigneti
vedevamo già i coltivatori all’opera. Durante la fase vegetativa della vite, in
uno spiazzo lungo la strada, ove era posizionato l’apposito impianto, avveniva
il riempimento delle cisterne irroratrici per i trattamenti. Sovraintendeva
l’operazione un tecnico della direzione provinciale agricoltura. Tutti i
coltivatori della zona affluivano con le botti trainate dal trattore, esibivano
al tecnico provinciale un cartellino con i dati delle rispettive coltivazioni e,
in base a questi, venivano riforniti della giusta quantità e tipologia di
miscela pronta all’uso, non senza aver tarato l’impianto e gli ugelli di
aspersione. Credo che molti si siano posti la domanda: “E’ possibile che tutti
gli agricoltori sappiano scegliere, dosare e usare anticrittogamici, pesticidi,
diserbanti, concimi e quant’altro? Non sarà che alcuni padroneggiano poco
queste sostanze, con i rischi conseguenti per sé e soprattutto per i
consumatori?”. Nella provincia autonoma di Bolzano hanno dato una risposta
concreta, generalizzata e preventiva a questo dubbio.
Lo stabilimento era costituito da una costruzione in pannelli
prefabbricati, come se ne vedono tanti nelle nostre zone industriali. Ben fatto
e ben tenuto ma, in zona pedemontana, non lontano dal lago di Caldaro, in mezzo
alle vigne, non lontano dai tipici insediamenti montani, non si può dire che
fosse bello. Non di meno l’attività andava bene. Bisognava ampliare e a tal
scopo era stata presentata domanda di concessione edilizia. Passavano i mesi e,
a dispetto del noto efficientismo locale, il permesso a costruire non arrivava,
nonostante ripetuti solleciti. Finché un giorno il titolare sbottando disse:
“Venite con me, ho chiesto un incontro alla Direzione competente in Provincia”.
Ci presentammo dunque negli uffici provinciali ed esponemmo il caso,
prospettando l’esigenza di ampliare gli spazi produttivi; sottolineando i
benefici occupazionali che ne sarebbero derivati. L’alto funzionario ci ascoltò
con attenzione ma senza entusiasmo. Quando venne il suo turno, fermo e pacato,
ci ricordò che la Provincia Autonoma di Bolzano aveva una precisa e consolidata
politica economica di sviluppo basata su due filiere: quella agro alimentare e
quella del turismo. Purtroppo il progetto presentato non rientrava in quelli
individuati dalla politica di sviluppo del territorio. Da qui la mancata risposta
e il probabile rigetto della domanda. “Per quel luogo – concluse sorridendo –
presentate, invece, una domanda per la realizzazione di una spa, un resort, che
ben si inseriscono nel contesto, e sarà evasa immediatamente”.
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Non è detto che altri territori, altre regioni possano / debbano individuare
e sostenere quelle stesse filiere o solo quelle. Ma l’esempio citato prova che
anche una regione, soprattutto se autonoma, può e deve individuare una politica
economica / industriale e perseguirla con coerenza. Evitando di disperdere le
poche risorse disponibili in mille rivoli e con continui cambi di rotta.
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